martedì 24 gennaio 2017

La mia prima grande scuola è stata la Natura, tutto il resto è noia.



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Cari compagni, 
come vi ho raccontato in precedenza, dopo esser nato, per ignoti motivi, scordai chi ero e da dove venivo. Di nuovo dovetti imparare da capo anche le cose più elementari, quelle che avevo fatto per secoli e secoli prima di allora.


Di nuovo appresi a camminare, non con poca difficoltà! 

I miei primi passi erano incerti, il senso dell'equilibrio tornò a essermi sconosciuto e dovevo aggrapparmi qua e là tra mobili e tavolini per aiutarmi a reggermi in piedi.

Le mie prime parole risultavano spesso incomprensibili agli adulti e dovevo gesticolare con le mani per farmi capire da loro.
Nei miei primi anni di vita i miei genitori terrestri mi assistevano in tutto e per tutto, la sera prima di addormentarmi si sedevano in un angolo del mio letto e aprendo un libro mi leggevano una fiaba, una diversa ogni sera.

Dal suono della loro voce potevo percepire l'amore che provavano per me. Le fiabe non solo mi aiutavano ad addormentarmi, ma anche a diventare grande. 

Ogni racconto era per me fonte d‘ispirazione. 
Risultati immagini per fiabaDa alcuni personaggi apprendevo il coraggio, da altri la compassione e l'amore verso il prossimo. 

In ogni storia c'era sempre però, un personaggio cattivo che tendeva trappole, ingannava e compiva azioni malvagie verso i suoi simili. Questo mi ha aiutato crescendo, a riconoscere e  a mettermi in guardia dalle persone malvagie che incontro lungo la strada della mia vita.


Presto imparai a camminare autonomamente, a pronunciare correttamente “Mamma” e “Papà”, in seguito imparai anche ad andare in bicicletta, prima con le rotelle e poi senza.
La mia casa terrestre, quella in cui ho abitato fino ai diciannove anni, si trova su di un piccolo paesino posto in cima a una grande collina.



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Alte montagne rocciose la avvolgono a nord, da dove scendono numerosi ruscelli cristallini che a valle si uniscono tutti assieme divenendo un grande e bellissimo fiume. La mia infanzia custodisce il ricordo dei miei giorni più spensierati, quando correvo tra l'erba alta degli immensi prati che mi circondavano, con il sole splendente che illuminava e tingeva d'oro il mio candido viso.

C'erano poi gli alberi di nocciolo, dove amavo arrampicarmi per scrutare nuovi orizzonti, mentre grosse nuvole bianche conquistavano l'azzurro del cielo.

Tutto allora mi appariva favolosamente magico. 
In realtà non era il mondo attorno a me a essere magico, ma ero io a renderlo tale.

In quei giorni spensierati la mia fantasia era vasta come l'universo stesso, e non conoscevo né noie né angosce, cose invece comuni nella realtà senza colori degli adulti, come ebbi modo di costatare più tardi crescendo.

La mia prima grande scuola è stata la Natura e i suoi mille abitanti, una scuola superba che non richiede alcuna iscrizione e che ti trasmette le sue lezioni in modo del tutto originale. 


Risultati immagini per natura magicaRicordo le lunghe file di formiche che trasportavano le briciole di pane che lasciavo cadere intenzionalmente dal mio panino, le portavano sottoterra nel loro regno segreto ed io le osservavo stupito, chiedendomi come potessero reggere tanto peso sopra le loro teste. 

Ricordo poi i piccoli uccellini che cinguettavano allegramente sui rami degli alberi, donando a chiunque sapesse ascoltarli, incredibili momenti di gioia e serenità, loro erano per me i migliori musicisti che avessi mai incontrato e non dovevo pagare alcun biglietto per andare ad ascoltarli.

Il vento invece portava con sé storie di terre lontane e a me sconosciute, e quando lui soffiava forte, io spalancavo le braccia al cielo e chiudevo gli occhi, immaginando di essere trasportato altrove, verso nuovi e fantastici mondi da esplorare. 

La pioggia nutriva il mondo attorno a me, facendolo diventare sempre più verde e ricco e facendo ingrossare i frutti sugli alberi, quindi non mi dispiaceva osservarla, perché sapevo che essa era utile a tutti noi: uomini, animali, vegetali.



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E poi c'era lui, il Re Sole, a riscaldarmi con i suoi raggi luminosi, ad animare ogni giorno questo pianeta di luci e di ombre, a rallegrare le giornate a quei pochi esseri umani che ancora sapevano apprezzarlo.

Ora che sono adulto posso dirvi che la vita attraverso gli occhi di un bambino terrestre non può essere più perfetta, ogni piccola cosa è una scoperta meravigliosa, eppure, crescendo qui sulla Terra, ho notato come i bambini terrestri inizino a vedere la vita solo attraverso il dovere, senza meravigliarsi più di nulla. La poesia della creazione sparisce improvvisamente dalle loro vite e di conseguenza loro diventano annoiati e insoddisfatti. 

Cominciano così a farsi la guerra l'uno contro l'altro, a rincorrere solo fama e ricchezza, ad allontanarsi così tanto da loro stessi, da finire per dimenticarsi chi sono. 

Se solo i bambini che furono un tempo potessero bussare alla porta dei loro cuori rinsecchiti da adulti, sono certo, avrebbero ragione di rimproverarli...



....Ci sentiamo dolci anime

Daniele Reale




Questo testo è stato estratto dal mio libro "Lettere dalla Terra", per chi desidera riceverne una copia, mi contatti su facebook.

1 commento:

  1. lamia infanzia l ho passata tutta in mezzo alla natura stavo bene solo in mezzo agli alberi ,ai prati a tutti gli esseriche ci vivono e a tutte le stagioni,ho ricordi magnifici.anche ora a53 anni cerco di farlo.lo scempio a ogni livello perpetrato da questa società al limite del collasso(a breve avverrà) è una sofferenza(scie chimiche in primis).i bimbi non hanno visto questi grossi cambiamenti,non vivono in generale la natura come l ho vissuta io avevo quella come gioco era tutto e non ci serviva altro .

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