martedì 30 giugno 2015

I 10 Comandamenti degli Indiani d’America

I nativi americani sono stati forse il popolo più saggio proprio grazie al loro contatto con la natura. Questo ha dato loro la saggezza e l’umiltà per scoprire le regole di giusto comportamento (dharma) senza le quali non possiamo vivere una vita in armonia.



Quindi non leggi imposte dall'esterno, ma una autoregolamentazione necessaria per vivere:

1) La Terra è la nostra Madre, abbi cura di Lei.

2) Onora (rispetta) tutti i tuoi parenti.

3) Apri il tuo cuore ed il tuo Spirito al Grande Spirito.

4) Tutta la vita è sacra, tratta tutti gli esseri con rispetto.

5) Prendi dalla Terra solo ciò che è necessario e niente di più.

6) Fai ciò che bisogna fare per il bene di tutti.

7) Ringrazia costantemente il Grande Spirito 
per ogni giorno nuovo.

8) Devi dire sempre la verità, ma soltanto per il bene degli altri.

9) Segui i ritmi della natura, alzati e ritirati con il sole.


10) Gioisci nel viaggio dellavita senza lasciare orme.

lunedì 29 giugno 2015

Sembrano esseri umani, ma NON sono esseri umani...

Esistono uomini privi di 'Io'?

Un 'tabu spirituale', indubbiamente, qualcosa che si fa fatica ad accettare e persino a ipotizzare.

Ma vediamo di che si tratta...



Dice dunque Rudolf Steiner nella conferenza del 17 Settembre 1924, rivolta ai pastori della Christengemeinschaft:

“Nella nostra epoca s’incarnano una quantità innumerevole di persone prive di Io, che in realtà non sono esseri umani

Questa è una verità terribile. Le vediamo intorno a noi ma non sono incarnazioni di un io, sono inserite nell’ereditarietà fisica, ricevono un corpo eterico e un corpo astrale, sono in un certo senso interiormente equipaggiate di una coscienza arimanica. 

Se non le si osserva con attenzione, dall’esterno sembrano esseri umani, ma non sono esseri umani nel vero senso della parola. Questa è una verità terribile, ma è qualcosa che esiste, è una realtà[1]”.

Ma da dove proviene questa realtà, quali ne sono le cause?

Nella visione di Steiner sarebbe stata la morsa del materialismo sull’umanità a provocare la morte spirituale di circa un terzo dell’umanità, non più in grado di sviluppare una piena spiritualità.

A questa condizione umana si riferisce la piaga delle cavallette dell’epoca della quinta tromba dell’Apocalisse (Per cavallette non si intende degli uomini cavalletta, ma una allegoria per intendere l'invasione di uomini privi di individualità.).

“Queste cavallette avevano l’aspetto di cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano corone che sembravano d’oro e il loro aspetto era come quello degli uomini. Avevano capelli come capelli di donne e i loro denti erano come quelli dei leoni. Avevano il torace simile a corazze di ferro e il rombo delle loro ali era come rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all’assalto. Avevano code come gli scorpioni e aculei. Nelle loro code c’era il potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi. Il loro re era l’angelo dell’Abisso, che in ebraico si chiama Abaddon, in greco Sterminatore[2]”.

Ora, questa piaga delle cavallette sarebbe già in atto oggi dal punto di vista della coscienza umana; osservando i loro corpi astrali, questi esseri appaiono proprio come vengono descritti dall’autore dell’Apocalisse; locuste eteriche con volti umani.



Ma aggiunge Steiner: 
Non si tratta necessariamente sempre di anime malvagie, possono essere semplicemente anime che pervengono sino al livello animico, ma a cui manca l'io[3]”.

Si tratta insomma di esseri umani senza l’io incarnato che, in particolare dagli anni ’90 del secolo XIX, sono sempre più frequenti. Questi uomini possiedono corpo fisico, eterico e astrale, ma mancano di io.

Ora, evidentemente, il ‘vuoto’ relativo all’assenza del principio umano per eccellenza, l’Io, può venir 'riempito' - prosegue Steiner - da entità arimaniche, da anime 'vaganti' o anche da anime che sono rientrate sulla terra in ritardo, anime provenienti da altri pianeti, da quelli nei quali a suo tempo tutta l'umanità ha vissuto prima del periodo atlantideo[4].

Come si presentano questi esseri e, soprattutto, quale deve essere il nostro atteggiamento nei loro confronti?

In questa e altre occasioni Steiner sottolinea il fatto che queste persone - proprio per l’assenza dell’io - hanno una speciale necessità di amore e considerazione, proprio come dei bambini, in cui l'io non è ancora incarnato. Si tratta di persone che hanno una grande predominanza dell’anima, del sentire. Provano sentimenti molto pervasivi, profondi.

Possiamo dire che sono in tutto e per tutto simili ai giovani fino ai venti, ventuno anni, quando poi negli esseri umani ‘regolari’ s’incarna l’anima razionale e quindi la possibilità dell’incarnazione terrestre dell’io, mentre in loro rimane sempre la stessa natura.

Sostiene dunque Steiner: “chi affermasse che non dovremmo provare partecipazione nei confronti questi uomini privi di io, privi di personale individualità, in quanto non avrebbero una successiva incarnazione, si sbaglierebbe di grosso. Va compreso, caso per caso, cosa vi sia propriamente in ciascuno di questi esseri. (...) Noi dobbiamo pertanto educare questi esseri in piena coscienza come degli esseri rimasti bambini[5]".

Soprattutto è necessario non rivelare loro la loro natura, perché questo li condurrebbe alla pazzia.

Nella vita, poi, avviene di regola che tali esseri incontrino degli uomini da imitare; questi ultimi costituiscono i loro modelli ed hanno anche la responsabilità del loro bene. Bene che nella maggior parte dei casi viene tradito vistosamente; basti pensare a come le classi dominanti di regola si comportano nei confronti della massa di manovra che hanno a disposizione.

Abbiamo dunque a che fare con corpi dotati di anima che non hanno l'io e che quindi non sono soggetti al karma.

Sono pertanto esseri che 'scompaiono' dopo la morte fisica.

In un altro ciclo di conferenze - il GA 300c - Steiner afferma che, anche se è estremamente sgradevole parlare di queste cose perché si viene aggrediti facilmente, pur tuttavia sono reali. 

Infatti le persone rispondono in modo molto ostile quando si dice loro che ci sono intorno a noi degli uomini che non sono uomini. Ma, aggiunge, questi sono dei dati di fatto e non avremmo un tale declino della civiltà se non vi fossero tanti esseri intorno a noi totalmente privi di scrupoli.

Esseri che non sono uomini ma demoni con sembianze umane.

Questi esseri sono i peggiori nemici dell'idea della reincarnazione perché manca loro l'organo corrispondente per accogliere tale idea, visto che essi dopo la morte scompariranno effettivamente nel nulla.

Alla domanda su come tutto questo sia possibile e permesso dalle entità spirituali, Steiner offre una risposta piuttosto sconcertante. Egli dice:

“Non è di per sé da escludere che nel cosmo si possa verificare un errore di calcolo. Da tempo viene stabilito quali individualità tra loro collegate debbano discendere. Ma vi sono anche concepimenti, verso i quali nessuna individualità ha voglia di scendere e di collegarsi con quella corporeità, oppure vi sono anche entità che le lasciano subito. A quel punto si presentano altri individui, che non sono tuttavia adatti. Ma è davvero ora molto frequente che vi siano in giro persone senza io, che in realtà non sono esseri umani veri e propri, che hanno in realtà solo una forma umana, esseri simili a spiriti della natura che non vengono riconosciuti come tali perché vanno in giro con sembianze umane[6]”.

Quali sono le differenze che intercorrono tra questi esseri e gli uomini dotati di io?

I primi differiscono molto dalle persone in tutto ciò che riguarda l’elemento spirituale. In particolare per taluni aspetti relativi alla memoria. Essi sono in grado di memorizzare solo le parole, ma hanno difficoltà a ricordare le frasi.

“I misteri della vita - continua Steiner - non sono di semplice interpretazione. Quando un tale essere oltrepassa la soglia della morte, ritorna alla natura, da dove proviene. Il cadavere si corrompe, ma non ha luogo un regolare dissolvimento del corpo eterico e tale essere naturale ritorna alla natura[7]”.

Ma come vivono, come pensano questi esseri?

Steiner ci dice che la loro attività interiore è in certo modo automatica. Essendo a disposizione l’organismo umano nella sua totalità, in determinate circostanze può anche emergere una pseudo-moralità, suscitata dagli automatismi del cervello.

Ora, come mai queste rivelazioni ci colpiscono tanto? 

Eppure ci comunicano qualcosa che viene dato per scontato dalla maggior parte dell’umanità!

Per la chiesa, ad esempio, noi siamo costituiti di corpo e anima, dunque non abbiamo un io spirituale.

Per il materialista non abbiamo nessuna continuazione dopo la morte, né tanto meno karma alcuno.

Solo buio, nulla, assenza di esistenza.

Per la stragrande maggioranza delle persone che incontriamo ogni giorno, al lavoro, in discoteca, alle feste tra amici, magari in famiglia, gli uomini-locusta sono la norma.

Cos’è questo io? Come lo riconosciamo? Qual’è la differenza?

Forse riflettendo su queste domande possiamo cogliere l’essenza delle comunicazioni di Steiner sugli uomini senza io.

Iniziamo con il chiederci davvero quanta parte della nostra vita, delle nostre azioni e dei nostri pensieri è riconducibile a un io e quanta parte all'anima.

Faremo delle scoperte piuttosto inquietanti.

Dalla mattina alla sera di regola gioiamo e soffriamo, in un continuo movimento pendolare dell’anima; siamo spinti nei nostri giudizi, nelle nostre parole e nelle nostre azioni da simpatia e antipatia, da desiderio e repulsione.

Gli istinti determinano la quasi totalità dei nostri gesti. 
Siamo al 99% manovrati dall’anima, perché allora ci stupiamo di sapere che esistono persone che sembrano come noi ma che sono mancanti di quell'individualità che noi diamo per scontata ma che di fatto usiamo così poco?

Poi chiediamoci come certi esseri possono commettere i delitti più efferati - violentare o sacrificare bambini, uccidere figli o genitori - senza avere un minimo senso di orrore o di esitazione.

Interroghiamoci sul sentimento di sgomento, di smarrimento, che emerge nelle zone più profonde del nostro essere quando ci troviamo di fronte al male, alla crudeltà estrema.

Raffiguriamoci poi animicamente l’ostinato ateismo di chi nega a-priori ogni possibile realtà spirituale che permei il mondo visibile. Anche di fronte alle conferme più eclatanti.


Ecco, se approfondiremo queste immaginazioni, si presenterà davanti al nostro animo una contro-immagine di ciò che chiamiamo io e che in realtà è di fatto sperimentabile solo nell’attività interiore profonda.


di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine e Altrainformazione)


domenica 28 giugno 2015

Ucciso il dottore anti-vaccini














L'INQUISIZIONE MODERNA

La caccia alle streghe non è mai finita, ha solo cambiato il proprio volto, oggi non sono più le donne sapiente che conoscevano meglio di chiunque altro le erbe mediche a essere perseguitate, ma gli uomini che smascherano le menzogne di questo sistema marcio e corrotto, siano essi medici, scienziati, inventori, ricercatori indipendenti, storici.





Oggi parliamo dell'omicidio del dottor James Jeff Bradstreet, trovato morto nel fiume Broad, nella Carolina del Nord, lo scorso Venerdì pomeriggio.


Un pescatore ha notato il suo corpo galleggiare lungo il fiume ed ha lanciato l'allarme, quando il suo corpo è stato recuperato è stato trovato su di esso un colpo di pistola all'altezza del petto, che, secondo i Deputati, si è autoinflitto... 

Perché James Jeffrey Bradstreet era un uomo pericoloso per le lobby della medicina?


Perché questo coraggioso dottore che osava remare controcorrente a tutto ciò che gli era stato insegnato, sosteneva ad esempio che il mercurio inserito nei vaccini, fosse altamente tossico e dannoso per l'organismo umano che lo riceve, nonché una delle primarie cause di autismo.


Dr. Bradstreet aveva uno studio privato a Buford, in Georgia, che si concentrava sui "trattamenti di bambini con Disturbo dello spettro autistico, e dei relativi disturbi neurologici e dello sviluppo,"


Dr. Bradstreet ha intrapreso lo sforzo di individuare la causa della malattia dopo che la sua bambina aveva sviluppato la malattia dopo la vaccinazione di routine.



"L'autismo mi ha insegnato di più sulla medicina che la scuola medica che ho frequentato," disse il dottore durante una conferenza, secondo il Epoch Times ' Jake Crosby .

Oltre a curare i pazienti, Bradstreet ha anche offerto la testimonianza di esperti nel tribunale federale, a favore delle famiglie danneggiate dalle vaccinazioni.


Le circostanze della morte del dottor Bradstreet, sono rese ancor più curiose da una recente incursione nel suo ufficio da parte delle forze armate dalla FDA (Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali, abbreviato in FDA) è l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.) 

"La FDA non ha ancora rivelato il motivo per cui gli agenti hanno perquisito l'ufficio del medico, " ha riferito il Gwinnett Daily Post .



Pagine social media dedicate alla memoria di Bradstreet sono piene di commenti provenienti da famiglie che dicono che il medico dtrovato morto, ha influenzato la loro vita in meglio.

- "Dr. Bradstreet era il medico di mio figlio dopo che gli è stato diagnosticato l'autismo. 
Ha fatto miracoli ", 

- un utente Facebook: "A 16 anni, mio figlio è ora alla ricerca di una vita normale grazie a lui. Lo ringrazio ogni giorno. "

- "Sarò sempre grato e riconoscente a Dr. Bradstreet per aver recuperato mio figlio ... da autismo", un'altra persona scrive. "I trattamenti hanno cambiato la vita di mio figlio in modo che possa crescere e vivere una vita normale. Dr. Bradstreet ci mancherà molto! "


Un altro utente infine dichiara la sua indignazione verso questa morte troppo sospetta per lui:

"Lui non ha ucciso se stesso! E 'stato ucciso per ciò che stava dicendo, per ciò che sapeva. Era gentile e brillante come medico, compassionevole e con sorprendenti abilità di guarire. 
E 'stato preso. Arrestato. Silenziato. Perché un medico che aveva avuto accesso ai farmaci edovrebbe morire sparandosi al petto ????  E gettarsi in un fiume ?? Questo è ovvio! OMICIDIO !! "


La sua famiglia sta raccogliendo fondi online per indagare sulla sua morte, in molti lo salutano come un eroe, sostenendo che la sua morte sia causa di un gioco sporco messo in atto dal governo.

Anche in questo caso, come in quello del dottor W.Reich (ucciso in prigione sempre negli U.S.A sulla base di false accuse) e nel caso più recente del dottor Hamer, imprigionato nel 2004 poi rilasciato per assenza di prove e costretto all'esilio in Norvegia, le cure mediche messe in atto da questi medici alternativi, funzionano e curano, ne sono la prova le numerose testimonianze positive, nonostante ciò, il potere delle lobby fa di tutto per screditarli, arrestando senza valide prove e ultimo dei casi, suicidando...



mercoledì 24 giugno 2015

Una sopravvissuta alla bomba atomica di Hiroschima racconta la sua storia


“Sono “hibakushya”, una sopravvissuta della bomba atomica”
Sono Suzuko Numata vengo da Hiroshima e sono “hibakushya”, una sopravvissuta della bomba atomica.

A tutti voi che siete in platea e che vivrete il ventunesimo secolo voglio fare conoscere la mia esperienza di 52 anni fa. Io sono nata nel 1923 e ora ho 73 anni.


Nel 1945 la mia famiglia era composta da sei persone : mio fratello maggiore, mio fratello minore, la sorella minore ed io avevo 22 anni e avevo un fidanzato che era in guerra.
In quel momento era già partito per la guerra. Io stavo lavorando in un edificio che si trovava molto vicino all’esplosione della bomba, io lavoravo al quarto piano.

Il mio fidanzato aveva saputo che sarebbe potuto rientrare per alcuni giorni dall’otto Agosto del 1945. Decidemmo così di fissare per l’8 Agosto il giorno delle nostre nozze. Io aspettavo con la speranza l’arrivo dell’8 Agosto. Ma lui era già morto in guerra a Luglio e io non ne sapevo nulla ed andavo a lavoro piena di speranza.


“Vidi intorno a me una luce multicolore: 
rossa, gialla, blu e verde … era l’inferno!”

Erano le 8.15, era la luce dell’esplosione. Io in quel momento non avevo capito cosa stava succedendo: si era creato un vento fortissimo, l’interno del palazzo era stato distrutto e io finii sotto un mobile pesante, sotto le macerie.


Sotto queste macerie ho perso il piede sinistro. Mentre io non ero cosciente tutto si riempì di fumo bianco. Alcune persone vennero in mio soccorso velocemente e mi hanno salvato. Una di queste persone mi ha portato fuori in cortile sulla schiena, mentre il fumo bianco iniziava a trasformarsi in una fiamma rossa. Non ero in grado di sentire né di vedere niente.

Bloccata l’emorragia, ripresi conoscenza e l’uso della vista e dell’udito. Vidi persone e cadaveri che non avevano più una forma umana. C’erano corpi completamente carbonizzati, di gente morta atrocemente. Udii persone che urlavano e chiedevano aiuto, acqua che chiamavano “mamma”, che gridavano di sofferenza: era l’inferno

Non so quanto tempo passò prima che il cielo si rannuvolasse improvvisamente e iniziò a piovere e la pioggia nera era fortemente radioattiva, e tutti la prendemmo. Dopo, siccome non c’era nessun medico non potevo essere curata, quindi man mano la gamba marciva fino al ginocchio.

Anche se io non avevo perso la vita, sentivo che s’era avvicinata la morte. Il 10 Agosto sono arrivati i medici da un’altra città e mi hanno operato amputandomi dalla coscia in giù con la sega e senza l’anestesia. Mi hanno detto che quando mi stavano tagliando con la sega io ho gridato tantissimo, in tutta la città si è sentito questo grido.


“La radioattività non ha odore o colore 
ma è una cosa davvero terribile”


Noi sopravvissuti sappiamo della mostruosa pericolosità delle armi nucleari. Io credo che tutti conoscano l’incidente di Cernobyl. 
Ogni esperimento aumenta il numero delle vittime, il genere umano non può convivere con il nucleare.
Io assolutamente credo che il genere umano non può convivere con il nucleare.

Io sono vittima della bomba atomica, ma nella Seconda Guerra Mondiale il Giappone era anche carnefice. Io ero molto militarista quando ero piccola e dopo ho subito la bomba atomica.
Ma adesso pensando al passato, ho capito che ciò che il governo del Giappone ci aveva fatto credere non era la verità; ma noi allora non sapevamo la vera versione di cosa i giapponesi avevano fatto agli altri asiatici.


 Noi non sapevamo nulla di cosa succedeva in Cina, in Corea e in tutte le parti asiatiche. Ero diventata una persona che non si rendeva conto della pazzia della guerra e della pericolosità dell’insegnamento della scuola. Dopo tanti anni di guerra, dopo tanti morti e vittime della bomba atomica, io ho vissuto e ho saputo tutta la verità della guerra, mentre in quel momento non potevo sapere chi era carnefice e chi vittima.

I paesi che fanno la guerra sono i paesi che devono chiedere scusa, devono garantire la vita, cose che il governo giapponese non ha fatto. Credo che non bisogna soltanto interrogarci su chi è stato vittima e chi carnefice, ma si debba cercare la verità.
Io come essere umano devo pensare al futuro: io prima della bomba atomica ero militarista ed io aiutavo il Giappone ad andare in guerra ad uccidere le persone; 

Oggi non voglio più diventare una persona 
che aiuta un paese ad uccidere le persone.

A tutti quelli che sono in platea : se uno perde la coscienza di conoscere la verità, quella persona perde la pace. Ho potuto parlare molto poco quindi non tutte le cose saranno state comprese.


Ci sono tante cose scritte sulla bomba atomica, vorrei che tutti possiate leggerle da soli o ascoltarle da qualcuno.

Voglio che voi conosciate meglio questa storia. Voglio che voi chiediate anche al vostro insegnante della vostra scuola.


Allora io ho finito. Grazie mille.

lunedì 22 giugno 2015

E' IL SISTEMA CHE VI DROGA


Di Franco Remondina

È fallito il piano! La costruzione del NWO (nuovo ordine mondiale) è fallita, il nuovo ordine mondiale, da ottenere con il disordine e con la guerra, è fallito!
Sono molti gli aspetti che non hanno retto, il più importante è l’aspetto che meno è stato considerato come “importante”: la “permanenza del pensiero”. Gli “illuminati” del NWO sono all’oscuro di quali siano le cause della “permanenza del pensiero”!
È cosi che cercavano di contrastare il fenomeno? 
Col “politicamente corretto”? Aaah, che idioti…

La società multirazziale? Le adozioni ai gay? 
Il denaro a gratis solo per le elites e per tutti gli altri le lacrime? 
La divisione e la competizione a tutti i livelli? I chip sottocutanei? Il grande Fratello, il controllo del pensiero?


Hanno usato la strategia dell’inversione del significato dei termini d’uso comune, ma non è servito!

La “massa critica” non è stata raggiunta! Il processo gli si sta rivoltando contro. È L’INCONSCIO COLLETTIVO!
Il problema degli “illuminati”, è che senza l’Enel, non hanno luce.
La scelta di infondere la paura e l’odio come unica possibilità emotiva della società, ha partorito il rifiuto a questa emotività.
Per un po’, sembrava che ce la facessero, ma poi qualcosa è venuto meno…


Hanno usato di tutto, prima la religione come droga, poi la droga come religione, ma non basta, non è bastato!
Che credete? Il marketing, la pubblicità occulta di attrici che si fanno uno scotch, una birra, sono “la religione della droga”, le pastiglie di estasy (notate il nome) che vengono sequestrate  e che ve le mostrano in cronaca in quei sacchetti trasparenti, sono pubblicità occulta: drogatevi! Il consumo di farmaci mostrato ossessivamente nei films americani, gli antiacidi dei detectives nelle serie Tv … È la religione della droga.

L’altra parte, la droga della religione, ha cercato di “Chi sono io per giudicare i gay”, dopo aver giudicato sempre tutto e tutti. C’è ancora la confessione come istituzione religiosa? Si? È che per principio sei colpevole e devi confessarlo. Devi fare un “mini-outing” al confessore! 
Il “grande fratello storico” della chiesa. Fallito!




Gli si rivolta contro tutto! Ogni mossa si rivela un errore che genera altri errori, in una progressione frattale in grandezza, che richiede altre mosse con lo stesso effetto.


Che cosa sta succedendo?
Il Papa, questo Papa, ha cercato di “innovare” con l’apertura ai gay, come preludio alla prossima apertura ai pedofili?
È riuscito a dividere anche i cattolici, ieri, un milione e passa di persone (a difesa della famiglia del presepe) lo hanno sfanculato in piazza, hanno sfanculato lui, Comunione e Liberazione e tutti i leccaculi del NWO.

Ci sarà da divertirsi!
La nuova droga è questa: disintossicazione e liberazione.
Il mondo della paura e dell’odio non può vincere!
E non vincerà, di questo ho l’assoluta certezza!

L’amore è la forza più grande!

mercoledì 17 giugno 2015

LA STORIA DEGLI ULTIMI EUROPEI LIBERI

LA STORIA DEGLI ULTIMI EUROPEI LIBERI:





Articolo di Giuseppe Gorlani:


A distanza di più di sei lustri dal periodo in cui emerse e scomparve la figura dell'hippie, oggi molti credono che su di lui sia stato detto tutto, ma così non è. 



Risultati immagini per lsd hippiesIn realtà, a quanto mi consta, buona parte di ciò che si è scritto in proposito non lo riguarda. L'hippie, nel suo significato più nobile ed essenziale, non aveva infatti nulla a che vedere con il contestatore di sinistra, studente od operaio, con il reazionario di destra, con l'intellettuale impegnato, con il "drogato" o con il barbone mendicante, e neppure con il presunto artista che, insieme all'acqua sporca dell'ipocrisia culturale dominante, gettava via il bambino della bellezza atemporale.

L'hippie, essendo un uomo del Tao, si muoveva (o, meglio, si muove) fuori dal tempo e da una visione dell'uomo e della vita irriducibilmente fondata sull'ignoranza (avidya)


Risultati immagini per Kali-yuga
L'illusione della Storia, il moto ondoso dell'apparire e scomparire delle civiltà, la teoria dell'evoluzione, con i suoi derivati, e le varie dottrine evoluzionistiche non gli interessavano; i suoi punti di riferimento fondamentali e fonti di ispirazione erano la Natura e il sapere-saggezza.

In questo scorcio di Kali-yuga, egli va pertanto considerato come una testimonianza dell'archetipo dell'uomo irrudicibilmente libero (l'Adam Kadmon, l'Uomo universale, il Purusha) o, quantomeno, dell'aspirante alla Liberazione.



LA FUGA DALLE CITTA' 
E DALLA VITA ARTIFICIALE MODERNA:

Egli, innanzitutto, rifuggiva le città, considerandole un'espressione della grave malattia nella quale è andata gradatamente cadendo l'umanità;[2] le mura, i grandi agglomerati di case, le strade senza asperità, la ricerca della comodità ad oltranza, un'organizzazione sociale negatrice di ogni dignità e libertà da che cosa nascono, infatti, se non dalla paura della Natura sia nel suo aspetto femminile, che in quello maschile?

Nelle città l'individuo, pur essendo circondato da migliaia o milioni di altri suoi simili, vive in una condizione di profondo isolamento ed alienazione che lo impossibilita a comunicare.





L'USO DI PIANTE PSICOTROPE PER ABBATTERE
LE BARRIERE MENTALI DEL SISTEMA



Evadere dalla prigione-città non è però facile: per abbattere il muro interno ed esterno in cui il burattino-schiavo dell'Era Oscura si dibatte sono necessarie una grande forza ed una precisa conoscenza sovrasensibile che l'istruzione scolastica e quella religiosa, coadiuvate da un esercito di psichiatri, secondini della mente, hanno viepiù tentato di negare e cancellare, soprattutto in Occidente. 


Risultati immagini per lsd hippies
Ecco allora apparire provvidenzialmente all'orizzonte, insieme ad altre forme di iniziazione valide ma meno deflagranti e rapide, le medicine estreme delle sostanze psicotrope o "acque corrosive". 

Il fatto che siano "estreme" sottolinea subito la loro pericolosità, almeno dal punto di vista dell'identificazione nella soggettività. Esse, se utilizzate in senso liberatorio e sacrale, valgono infatti quali scorciatoie, esplosivi o veleni capaci di abbattere resistenze tenaci, corrodendo una coscienza di sé costipata nello spazio ristrettissimo di una visione di vita, quella moderna occidentale, secondo il cui falso sapere l'uomo si riduce ad essere soltanto un corpo ed una mente dicotomica.


Quanto sopra non dev'essere interpretato, si badi bene, come un incoraggiamento ad usare in modo superficiale le piante di potere, bensì quale argomentazione a sostegno dell'uso spiritualmente valido che ne fecero gli hippies. 



Le stesse, infatti, se usate soltanto a fini ludici, vanno né più né meno equiparate alle sigarette, all'alcool, alla televisione, agli psicofarmaci e alle numerose altre "droghe", più o meno nefaste, spacciate come lecite o illecite, a seconda del tornaconto, nella nostra società.

Gli hippies comunque non consideravano tutte le sostanze psicotrope valide ai fini della liberazione dall'ignoranza, ma tendevano a prediligere quelle naturali, le stesse usate dai sadhu indiani, con l'esclusione degli oppiacei (in particolare, morfina ed eroina) - che ottundono la coscienza invece di espanderla ed acutizzarla - e in genere di quelle che danno gravi effetti di dipendenza. 


Tra gli allucinogeni (naturali o sintetici) ebbero grande importanza l'LSD – sostanza semisintetica poiché per produrla è necessario partire sempre dall'alcaloide della segale cornuta –, la datura stramonium o, meglio, inoxia (la varietà più potente che cresce ai tropici) e il fungo psilocybe.


La morfina e l'eroina vennero introdotte negli ambienti dei giovani non omologati dall'establishment con il preciso intento di distruggere e vanificare dall'interno le loro istanze di liberazione. 

«We can change the world» faceva paura: non si poteva accettare che dal recinto degli schiavi produttori di energia qualcuno fuggisse. Molti caddero nella trappola, ma non tutti. 

Quei pochi che in India vennero iniziati da autentici Baba all'uso sacrale del chilum si sottrassero all'eccidio. 

La consapevolezza che il chilum di ganja o l'LSD sono soltanto strumenti, il dito che indica e non la luna indicata, permise a costoro di non affondare nei pantani della dipendenza e di volare leggeri verso il Sole ineffabile.



GLI HIPPIE, OVVERO GLI ULTIMI EUROPEI LIBERI:



Gli hippies furuno gli ultimi occidentali a poter calcare la via dell'Oriente in piena libertà
Essi amavano sia il viaggio interiore che quello fisico, considerandoli un tutt'uno. Percorsero il lungo tragitto dall'Europa all'India e al Nepal con treni, autobus, automobili o pulmini preparati in modo speciale, o altri mezzi di fortuna, spesso senza denaro e passaporto. I popoli islamici li guardarono con simpatia, intravvedendo in essi consonanze con la follia sufica. L'India del Sanatana-dharma li accettò e Shiva li prese sotto la sua protezione.

Per quanto mi riguarda, cominciai a "viaggiare" a diciott'anni, nel '65, allorché, dopo essermi fortunosamente diplomato, me ne andai a Roma in Piazza di Spagna, prima con una vespetta cinquanta e poi in autostop. Colà, i primi "capelloni" italiani cantavano le canzoni dei Rokes, solidarizzavano tra loro, bevevano vino e andavano a dormire a Villa Borghese, senza che Carabinieri o Polizia li disturbassero troppo.



IL MONDO ISLAMICO DEGLI ANNI 70:



Insieme a Marina e alla sua bambina di tre anni, partii via terra per l'India. Giunti in Afghanistan, dovemmo però fermarci poiché imperversava l'ennesima guerra fratricida – lascito dei civilissimi inglesi - tra l'India e il Pakistan. 


Risultati immagini per afghanistan hippiesL'incontro col mondo islamico fu davvero magico e sorprendente: rendersi conto che esistevano tradizioni e modi di vivere del tutto diversi da quelli occidentali valse quale ulteriore e potente rivelazione. Gli afghani guardavano gli hippies con divertita curiosità e rispetto, ma in loro non albergava alcun senso di inferiorità; quegli uomini e quelle donne (queste ultime ebbi modo di vederle a viso nudo all'interno di alcune case in cui venimmo ospitati) erano manifestatamente contenti e fieri della propria Tradizione e del proprio stile di vita fermo nel tempo.

Agli ottenebrati che credono nella supremazia assoluta dell'Occidente - prima cristiano e adesso tecnologico e scientista - sembrerà una cosa assurda, ma per gli hippies era assai più gratificante vivere in mezzo a quella gente semplice e fiera piuttosto che nelle inquinate città dalle quali provenivano. 



Risultati immagini per hippie afghanistanIn Afghanistan ci si poteva sedere per terra; si poteva fumare hashish puro in meravigliose pipe ad acqua quanto e dove si voleva, sorseggiando tè verde; quotidianamente si ascoltava e suonava musica per le strade; nel raggio di centinaia di chilometri non si intravedeva la benché minima ombra di fabbriche-prigioni sputaveleni e i mezzi di locomozione continuavano ad essere soprattutto cavalli e cammelli; i cibi erano squisiti ed assolutamente naturali; la vita costava pochissimo; il senso del sacro era vivo e palpabile e non di rado capitava di incontrare occhi accesi da una luce particolare. 



In sostanza, in quel Paese, che la propaganda anglo-americana ci ha di recente dipinto quale emblema delle peggiori barbarie, noi ci sentivamo liberi



GLI HIPPIE SFIDANO IL SISTEMA RIFIUTANDO 
PASSAPORTO E DENARO:


Fu quindi nell'ottica di un superamento della dicotomia esterno-interno che il passaporto e il denaro - i quali, pur essendo in sé e per sé solo carta straccia o semplici strumenti per nutrirsi e viaggiare, simboleggiavano l'attaccamento ad una identità artificiosa - vennero rifiutati. 

Basta un attimo di riflessione impersonale per realizzare, almeno intellettualmente, che, prima di essere un nome e cognome (l'onda), siamo l'Io Sono Vita onnipervadente (l'oceano), in sanscrito l'Atman. 

Non si semina denaro per produrre grano, riso o frutta, e non abbiamo chiesto noi di vivere e di essere quello che siamo; perciò, se esiste uno stomaco preposto a precise funzioni, esisterà necessariamente un cibo adatto a lui.




Prima di cacciare o di faticare, coltivando la terra, l'uomo si sostentava raccogliendo quello che la Natura gli offriva. 



Il concetto di lavorare per vivere 
è dunque assurdo e sbagliato


e contrassegna l'Era Oscura nella quale stiamo annaspando. 
Ne consegue che l'hippie, rigettando passaporto, denaro e lavoro, aspirava, in pieno Kali-yuga, a vivere nel Satya-yuga, l'Era della Verità e della spontaneità. 

Parrà strano e persino crudele, ma il mio Maestro mi insegnò che l'attuale genere umano si divide sinteticamente in due categorie: quelli che, essendo soggetti all'ignoranza principiale (avidya), pagano la vita, e quelli che, essendosene liberati coll'abbandonarsi a Shiva - la Realtà indescrivile e intelligente che si prende cura di se stessa -, ottengono ricchezza e beatitudine senza compiere il minimo sforzo. I sadhu vanno però distinti dai mendicanti e infatti, nell'India tradizionale, offrire loro cibo costituisce un privilegio e fonte di meriti spirituali, non un'elemosina.




LA SACRA META DEGLI HIPPIE: L'INDIA:


La Verità è semplice ed accessibile a chiunque voglia fermarsi un attimo a considerare la realtà con la mente sgombra da pregiudizi ereditati per karma o assorbiti dall'ambiente. Ed essa è stata custodita sino a non molto tempo fa in India, senza veli. 
Ecco perché l'hippie riteneva che la mèta per eccellenza del suo peregrinare fosse quella terra. 




Nel mondo islamico o cristiano la Conoscenza non-duale si è sempre dovuta nascondere, pena la morte o l'anatema, ma nell'India eterna circola libera per le strade. Purtroppo non si può dire altrettanto dell'India occidentalizzata, dove l'ipocrisia religiosa, l'immedesimazione nell'apparenza, il miraggio del benessere tecnologico e la parodia della democrazia sono in fortissimo aumento



IL CANCRO DELLA CULTURA OCCIDENTALE INFETTA L'ORIENTE:


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ricordo bene come la sera di Natale del '72, a New Delhi, un folto gruppo di indostani idolatri del mito occidentale, in blue jeans e magliette, irruppe ad Hannuman Park, dove stazionava una colonia di hippies insieme a qualche sadhu, per bastonare, distruggere e incendiare. 

Io stesso, avendo tentato di recuperare il sacco a pelo che, dopo otto mesi trascorsi senza neppure una coperta, un amico mi aveva regalato il giorno prima, ricevetti tre colpi violentissimi.

Agli occhi di quei fanatici noi rappresentavamo la mano che strappava il velo delle loro illusioni; la nostra sola presenza diceva loro: 

«Vedete, pur provenendo da quel ricco e progredito occidente al cui stile di vita agognate, noi siamo tornati nella vostra terra a piedi nudi, a torso nudo, senza denaro, per attingere alla sapienza dei sadhu e delle selve che voi stolidamente rifiutate; sappiatelo: la civiltà occidentale moderna non è in grado di offrire né conoscenza, né felicità».




LA VERA ORIGINE DEGLI ECO-VILLAGGI:

Nella loro intensa aspirazione ad evadere dagli schemi ipocriti che la nostra società pretende di imporre urbi et orbi, gli hippies intuirono l'importanza di rimparare a vivere insieme secondo norme adatte a favorire la realizzazione dell'uomo, sia nel suo aspetto universale, dharma, che individuale, svadharma, e non di inibirla, producendo schiavi ed eunuchi dello Spirito.

Fu così che sorsero le prime comunità. 
I problemi da superare erano invero enormi ed essendo noi cresciuti «in quella prigione dove ti hanno insegnato ad amare poche persone alla volta». 

A posteriori, si può ben dire che, dopo alcuni anni di intense sperimentazioni, gli ostacoli non vennero superati, almeno all'apparenza, e che il fenomeno delle comunità si esaurì. 

C'è però una prospettiva più profonda, secondo la quale tali avventure prepararono la nascita, agli inizi degli anni Ottanta, di comunità magari piccolissime e invisibili, ma capaci di reggere alla prova del tempo e delle difficoltà sopra accennate. Dai tentativi comunitari degli anni Settanta, germinarono pure i Rainbow Gathering e l'idea degli ecovillaggi che oggi affascina tanti "alternativi", pur stentando a decollare.

Soltanto quando avremo compreso che l'Io Sono che ci sostanzia è lo stesso che anima la nuvola, la formica, l'ago di pino, il nostro miglior amico e parimenti il nostro peggior nemico ci sarà possibile dire: «Io sono, sento, voglio e desidero» e nessuno nell'intero trimundio potrà contestarcelo.



Risultati immagini per  hippies L'immersione amorevole nella natura, accendendo fuochi, cucinando chapati o altri cibi semplici e buonissimi che davano la sensazione di essere ritornati all'alba dei tempi; la musica che, sgorgando improvvisa da chitarre, flauti e tamburi, raggiungeva di frequente apici di grande armonia e univa gli animi più di tante parole; lo sporadico emergere di una sessualità liberata dalla paura, ma non per questo volgare; lo scambio di esperienze interiori, di sogni e di riflessioni utili alla conoscenza di sé; l'emergere di una sintonia immediata con persone mai iNcontrate prima, quasi si appartenesse ad una medesima corrente sgorgante da una Fonte invisibile.


L'aspirazione ad una sessualità affrancata dagli schemi in cui l'Occidente cristiano l'aveva impastoiata fu un'ulteriore elemento caratterizzante gli hippies. Alcuni giovani intuivano che l'energia sessuale non poteva essere relegata negli ambiti angusti della sola riproduzione o dello sfogo istintuale.





IL DECLINO DELLA CULTURA HIPPIE E LA FINE
DEGLI ULTIMI EUROPEI LIBERI:


Nel '76/'77 l'energia che aveva alimentato l'insorgere della sperimentazione comunitaria andava però spegnendosi, soffocata dai venti contrari di una società sempre più alienata e dallo psichismo negativo irrisolto di quelli che avevano tentato il cambiamento. 



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Fu in quegli anni che tanti ritornarono tra i ranghi dell'establishme altri decisero, pur non avendo realizzato alcuna autentica conoscenza, di improvvisarsi "maestri", insegnando nuove mirabolanti tecniche per viaggiare in astrale, far l'amore per sette ore, nutrirsi di luce ed ascendere, ricordare le vite passate, scoprire il bambino interiore, illuminarsi in tre giorni, et similia, aprendo così la strada a quello che di lì a poco sarebbe diventato il fiorente mercato new age; non pochi, purtroppo, finirono nelle mani degli psichiatri, subendo terapie a base di electroshok, serenase e altre schifezze chimiche, dalle quali è quasi impossibile ritornare alla salute; una buona parte morì di eroina o cominciò il calvario tra il buco e la comunità di recupero (recupero, ovviamente, al carcere dal quale aveva tentato di evadere per una via sbagliata).

Verso la fine degli anni Settanta sembrava che nessuno credesse più in nulla e così ripresero il sopravvento quelli che parlavano di marijuana e fucile, di rivoluzione fatta sulla pelle degli altri, di matrimoni tra omosessuali o lesbiche, e altre stupidaggini simili.


GLI ORRORI DELLA PSICHIATRIA E L'INVISIBILE VIOLENZA DELLA SOCIETA':

Per quanto mi riguarda, decisi di ritornare dai miei genitori, non per arrendermi all'imbecillità elevata a dogma, ma per verificare in modo decisivo se l'insegnamento ricevuto in India tra i sadhu e nel tempio della natura selvaggia potesse davvero essere realizzato dappertutto, senza l'aiuto di nessuna sostanza psicotropa e senza che fosse necessario identificarsi in questa o quella etichetta spirituale o religiosa e politica: destra, sinistra, estreme destra e sinistra, centro, trasversale, ecc.

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Quando avevo tentato lo stesso esperimento, un triennio prima, a ventisette anni, tra un viaggio in India e l'altro, ero stato ricoverato in modo coatto all'ospedale psichiatrico di Brescia. 

Mi si imputava di essere uno squilibrato perché meditavo, non volevo lavorare, leggevo e disegnavo, mi prendevo cura dell'orto, cucinavo pane, riso ed erbe selvatiche, amavo la solitudine, aborrivo televisione e giornali e osavo tacciare i miei parenti cattolici di crassa ipocrisia: «somiglio un incapace / per i veri incapaci».


Un luminare della psichiatria sentenziò, dopo avermi osservato dal buco della serratura, mentre, seduto in padmasana, assaporavo l'eterno Sivo'ham ("Sono Shiva") del respiro: «sta diventando catatonico», e tutti gli credettero.

Anche quella fu una lezione assai istruttiva circa il volto nascosto della nostra società, e mi diede l'opportunità di verificare quanto salda fosse la mia convinzione di essere sano; se avessi nutrito il più piccolo dubbio su me stesso, non sarei qui a scrivere. 

In un tale inferno, qualsiasi cosa si dicesse, anche la più scontata e normale, diventava prova di squilibrio mentale; ed era atroce vedere le facce deformate dall'ira o dall'odio di medici, infermieri, parenti e pseudoamici dichiarare a gran voce di volere il mio bene mentre mi torturavano e mi privavano delle più elementari libertà e dignità.

 Per "fortuna", tuttavia, dopo un mese venni "cacciato" dall'ospedale perché mi si attribuiva la colpa di esercitare un pessimo influsso sugli altri malati: alcuni intorno a me iniziavano a rendersi conto che le paranoie mentali sono solo illusioni e che in noi c'è una presenza-testimone capace di osservarle, trasformando l'inferno in paradiso.



RITORNO A CASA:


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Tornare a casa a trent'anni fu dunque una prova durissima e indispensabile. Perdonare i miei genitori mi aiutò a purificare la coscienza dal rancore che avevo maturato nei loro confronti. 
Per alcuni mesi mi parve di vivere immerso nella vacuità e nel grigiore più estremi, ma, a poco a poco, le cose migliorarono, sino a che imparai a sentirmi libero, realizzando almeno in nuce la saggezza che invita ad «essere nel mondo ma non del mondo». 

Per verificare la mia libertà scelsi persino di lavorare (preferibilmente a mezza giornata o per quattro giorni alla settimana): feci l'impiegato, il professore, l'antennista, il vendemmiatore, il venditore di libri e il bidello. I lavori manuali all'aperto, soprattutto se in nero, erano naturalmente i miei preferiti, poiché mi lasciavano mentalmente libero con il cielo sopra il capo e non mi incatenavano alla macchina stritacarne della burocrazia previdenziale. 

Tra i miei amici ero diventato "famoso" perché riuscivo a vivere con diecimila lire al mese; il resto dei miei magri guadagni li spendevo in libri, dischi ed incenso. Molti mi domandavano se non avessi paura della malattia, della vecchiaia o della solitudine

Nei lunghi periodi trascorsi nelle comunità sopra accennate e sulla strada avevo conosciuto, dentro e fuori di me, le molte miserie che impediscono agli uomini di vivere insieme in modo amorevole, gioioso e creativo. Ma non avevo perso la speranza che una comunità libera da immedesimazioni ideologiche, religiose o neospiritualiste fosse possibile.

In un mondo dedito a perseguire l'apparenza, rivestendola di parole altisonanti quali "sviluppo" e "progresso", desidero concludere queste modeste riflessioni con alcuni versi tratti dal Tao Te Ching, nei quali, in modo succinto, viene riassunto un immenso sapere:

«Colui che si applica allo studio aumenta ogni giorno.
  Colui che pratica la Via diminuisce ogni giorno.
  Diminuendo sempre di più si arriva al Non-agire.
  Non agendo, non esiste niente che non si faccia»



Articolo di Giuseppe Gorlani