DAL 1492, IL GENOCIDIO
INDIANO CONTINUA...
Sono passati più di 40 anni: il 26 giugno 1975 avvenne nella riserva indiana di Pine Ridge il cosiddetto "incidente a Oglala", quando al termine di una lunga e terribile sparatoria morirono due agenti dell'FBI e un nativo della tribù dei Lakota.
In quegli anni gli indiani dell'American Indian Movement morivano come mosche, la tensione era altissima, soprattutto nel Sud Dakota, ma per quelle morti non vi erano né indagini né colpevoli o responsabili...
Leonard Peltier da 40 anni e mezzo
è invece nelle carceri di massima
sicurezza degli USA.
Sta pagando il prezzo delle lotte di quegli anni dell'American Indian Movement quando una parte degli indiani cercò di reagire, un'ennesima volta, di fronte ai soprusi e alle ingiustizie del governo degli Stati Uniti e delle multinazionali pronte a espropriare e sfruttare le terre dei nativi.
Gli stessi giudici ammisero alla fine che non vi erano prove che fosse stato Peltier ad uccidere i due agenti dell'FBI, ma qualcuno doveva pagare, e Leonard Peltier con l'accusa di favoreggiamento entrò in carcere a 31 anni. Ora ne ha più di 70 e le sue condizioni di salute non sono certo buone. Secondo la legge statunitense potrebbe uscire a 92 anni.
Quando Bill Clinton, a fine mandato, stava per firmare la sua liberazione, 500 agenti dell'FBI manifestarono davanti alla casa bianca. Clinton non firmò.
Solo una firma del presidente Obama può ridare la libertà a quest'uomo, il Nelson Mandela degli indiani d'America. I nativi di quel continente vivevano in equilibrio con la natura, furono massacrati, e tutte le ricchezze della terra e del sottosuolo furono preda degli uomini bianchi.
Chiediamo a tutti voi che state leggendo di fare in modo che il nome di LEONARD PELTIER torni a essere noto. Che si rompa il silenzio che permette che questa ingiustizia continui.
Libertà per Leonard Peltier, come per Mumia Abu-Jamal, malato grave, da 33 anni nelle carceri Usa.
(Questo testo l'ho trascritto da una mail privata ricevuta da Andrea De Lotto, insegnante italiano residente in Spagna, che da anni lotta per i diritti umani di persone come Leonard Peltier)
Doriana Goracci
L' attore Robert Redford gli ha dedicato un documentario televisivo e lo scrittore Peter Matthiessen, il biografo di Cavallo Pazzo, un libro di 600 pagine. Amnesty International lo ha definito un prigioniero politico, e le nazioni indiane lo considerano il Nelson Mandela pellerossa.
Fonte: http://www.agoravox.it/Liberta-per-Leonard-Peltier.html
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RispondiEliminaEcco, la prepotenza dei più "forti"... (e pensare che fino a qualche anno fa ero innamorata dell'America) :(
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