L'opposizione alla guerra del Vietnam raggiunse il suo picco nel 1968/1969.
Decine di soldati statunitensi
marciavano in una manifestazione pacifista a San Francisco contro la guerra del Vietnam. In parallelo migliaia di giovani hippie manifestavano il loro disgusto contro eserciti e guerre esibendo sgargianti colori che, simbolicamente alle divise dei soldati che andavano in guerra per uccidere e per farsi uccidere, rappresentavano l'arcobaleno, la pace, la fratellanza, l'amore, la tolleranza.
Il movimento hippie, meglio conosciuto come i "Figli dei Fiori" era un movimento estremante pacifico e questo rappresentava una seria seccatura per i governi che non sapevano come agire concretamente per porre fine a tutti qui giovani che mettevano i bastoni tra le ruote alla loro propaganda bellica.
I presunti omicidi della "famiglia Manson" sembrano quindi servire per rovesciare la medaglia dell'hippie buono e amorevole, trasformandolo, grazie alla propaganda mediatica mondiale nel hippie malefico, satanista che compiva strage e omicidi.
Ancora oggi, quasi 50 anni dopo la presunta strage attribuita al Manson, la versione ufficiale è questa, ma della stessa opinione non è Massimo Mazzucco che nel suo profilo facebook scrive:
CHI ERA VERAMENTE CHARLES MANSON?
Charles Manson sta per morire, e così il suo nome ritorna alle cronache.
Per chi non conoscesse il suo nome, Charles Manson era il capo di una setta "satanica" di hippies (e già qui la storia puzza, in quanto gli Hippies erano più orientati alle religioni buddiste e induiste che al credo ebreo/cristiano di Dio e il Diavolo) che nell'agosto del 1969 fece una strage in una villa di Beverly Hills.
Quella notte morirono, trucidati in modo cruento, l'attrice Sharon Tate ed alcuni suoi amici. Le vittime furono massacrate con decine di coltellate e persino forchettate al torace e al ventre, poi finite con un revolver ed impiccate. Orrore nell'orrore, si venne a sapere che Sharon Tate, che era la moglie di Roman Polanski, al momento di essere uccisa era incinta di otto mesi.
Charles Manson non partecipò fisicamente al massacro, ma venne condannato a morte per esserne stato il mandante. La sua condanna venne poi tramutata in ergastolo a vita, quando la California abolì la pena di morte, nel 1972.
Da allora, Manson è sempre stato dipinto come la quintessenza del Male assoluto, come l'uomo capace di manipolare le menti dei suoi seguaci, fino a portarli a compiere degli omicidi così cruenti ed efferati.
Ma furono anche omicidi assolutamente inutili, nel senso che non è mai stato trovato un vero movente, che rendesse ragionevolmente plausibile una strage del genere.
Da allora i media si sono impegnati in tutti i modi per trovare una valida motivazione a questa strage apparentemente insensata, ma il meglio che sono riusciti a partorire è l'ipotesi che Manson volesse vendicarsi contro il proprietario della villa - il produttore discografico Terry Melcher - perché non aveva voluto pubblicare le sue canzoni (Manson era anche cantautore).
Naturalmente, questa è la tesi che viene riportata pedantemente da tutta la stampa mainstream.
In proposito, La Stampa scrive senza esitazioni: "A ordinare la strage, solo perché abitavano nella casa di un produttore discografico che aveva rifiutato di incidere le sue sconclusionate canzoni, era stato Charles Manson."
In realtà è un po' pochino, per giustificare una strage che ha visto come vittime coloro che erano soltanto gli inquilini di quella villa, ma che nulla avevano a che fare in modo diretto con il suo proprietario.
C'è infatti un'altra teoria, leggermente più complicata, ma decisamente plausibile e sensata, vista specialmente l'epoca storica in cui si colloca: che Manson fosse un prodotto di laboratorio della CIA, un "controllato mentale" del programma MKULTRA, che sarebbe stato utilizzato per gettare discredito sull'intera comunità hippie dell'epoca, e quindi per estensione sulla pericolosissima e rivoluzionaria filosofia dei "figli dei fiori".
Ricordiamolo, era l'estate del 69, l'anno di Woodstock, e i cosiddetti figli dei fiori si stavano facendo conoscere a livello internazionale con una rivoluzione dei valori talmente radicale che certamente non poteva essere tollerata molto più a lungo dai membri dell'establishment politico di quell'epoca (solo pochi mesi prima Nixon era diventato presidente).
Sarà un caso, ma i delitti Manson segnano proprio, nella storia, la fine della percezione positiva e pacifista del movimento hippie, e l'inizio di una connotazione negativa, caratterizzata dai valori antisociali professati dalla setta di Manson, che non avrebbe più abbandonato il movimento fino alla fine dei suoi giorni.
In proposito Vincent Bugliosi, il procuratore che fece condannare Manson e i suoi seguaci, ha scritto : "Il mantra di quell'epoca era pace, amore e condivisione. Prima del caso Manson la gente non aveva mai identificato gli hippie con la violenza."
Poi arrivarono i membri della famiglia Manson, che avevano un'aria da hippie, ma erano criminali omicidi. E' questo provocò uno shock in America.
Come era possibile questo?
Charlie Manson durante il processo in tribunale, rivolgendosi alla giuria accusatrice dice:
"Io non ho ucciso nessuno e non ho ordinato la morte di nessuno. Io posso aver dato l’impressione, in diverse occasioni e a parecchie persone, che potevo essere Gesù Cristo, ma non ho ancora deciso che cosa e chi sono"
"Non so chi sono.
Io sono chiunque voi mi facciate, ma ciò che voi volete è un demonio. Voi volete un demonio sadico perché è questo ciò che voi siete."
"Voi riflettete su di me quello che siete all’interno di voi stessi, perché a me non importa niente di voi e di ciò che fate."
[...] I delitti di Manson suonarono la campana a morto per gli hippie e per tutto quello che rappresentavano. Fu la fine di un'era.
Gli anni '60, il decennio dell'amore, si consclusero quella notte del 9 agosto 1969".
(Da quell'anno in poi, in America, farsi crescere i capelli lunghi e girare vestiti con abiti colorati e sgargianti significherà essere perquisiti come criminali dalla polizia ad ogni angolo delle città, vedersi negare l'affitto di una camera d'albergo, vedersi negare un lavoro, finire nel mirino dei bifolchi ignoranti tra pestaggi a sangue e omicidi a sangue freddo, insomma una vera e propria persecuzione che spesso finiva, quando andava bene, in psichiatria, per REINTEGRARSI nella società.)
Che dite, sarà stata solo una coincidenza?
Massimo Mazzucco
Della stessa opinione è anche Paolo Franceschetti che solleva interessanti e profondi interrogativi che mettono seriamente in discussione la versione ufficiale diffusa negli anni dai Media di tutto il mondo:
Il padre di Sharon Tate (l'attrice) non è una persona qualunque, ma un colonnello dei servizi segreti.
Mentre la polizia brancola nel buio, anche lui conduce, in proprio, un’indagine personale, ma non verrà a capo di niente. Nessun sospetto, nessun indizio.
A un certo punto la svolta: alcune persone confessano gli omicidi e si autoaccusano della strage, coinvolgendo il leader della comunità hippie in cui vivevano, Charles Manson.
(...) Le armi del delitto? Non vengono ritrovate.
Unica arma, una pistola calibro 22 che un bambino ritroverà nella spazzatura e che viene riconosciuta da alcuni testimoni come “una pistola uguale a quella usata la notte del massacro”.
Dunque, in sostanza, non c’è nessuna arma del delitto.
I dubbi, le lacune e le assurdità della ricostruzione ufficiale.
In realtà, analizzata a fondo, la ricostruzione ufficiale non sta in piedi per una serie di ragioni.
1) In primo luogo per la totale mancanza di prove valide, come stiamo per vedere.
2) Nessun elemento fisico e scientifico ricollegherà Manson alle due stragi.
3) Il movente è totalmente strampalato.
4) L’arma del delitto non verrà mai ritrovata.
5) I punti oscuri, non chiari e contraddittori, sono talmente tanti da rendere completamente inverosimile la versione ufficiale.
6) C’è poi un elemento che non viene mai considerato.
L’elevato numero di morti collaterali (tra i quali vanno annoverati ad esempio l’avvocato di Manson, Ronald Hughes, e lo zio dello stesso Manson, nonché altri testimoni chiave del processo); un numero tanto alto da far fortemente dubitare che potessero essere commessi dalla “Famiglia”. Trattandosi di una comunità di drogati, strafatti, che camminavano scalzi e vivevano con mezzi di fortuna, non avevano la possibilità di agire con tanta precisione e senza lasciare traccia alcuna.
Iniziando dalla mancanza di testimonianze valide, va detto che la principale testimone, Linda Kasabian, era una drogata con una personalità disturbata. Un soggetto quindi totalmente inattendibile, che al processo dichiarò sia di essere Gesù Cristo che di essere controllata dalle vibrazioni di Manson, il quale non dava ordini, ma semplici “suggerimenti”, che però erano talmente irresistibili che chiunque avrebbe anche ucciso per lui.
Anche le altre ragazze coinvolte hanno personalità squilibrate e drogate, tanto che, per stessa ammissione del procuratore Bugliosi, “sembravano più bambole Barbie che esseri umani”, mentre, in un’altra parte del suo libro, di una di loro ammette: “Era pazza, di questo ero certo, forse non legalmente insana di mente ma pazza lo stesso”.
Alla domanda se Charlie ordinava loro di rubare, Susan Atkins risponderà: “No, lo decidevo da sola. Ero programmata per fare diverse cose”. Programmata non tanto da Charlie, aggiungerà, ma “dall’infinito”.
Eppure è sulla base dei racconti di queste ragazze che viene formulata l’accusa contro Charles Manson.
Le testimonianze sono confuse, contraddittorie, lacunose, e in alcuni casi deliranti.
(...) Veniamo ora ad una lista di incongruenze talmente gravi da far dubitare seriamente della versione ufficiale.
Anzitutto è difficilmente credibile che un gruppo di hippie che viveva con mezzi di fortuna potesse introdursi nelle abitazioni, fare una strage, e lasciare al loro posto gioielli e denaro.
Altrettanto incredibile è che potesse commettere un delitto tanto perfetto da resistere alle indagini anche di persone legate ai servizi segreti, come era il padre di Sharon Tate.
Assolutamente impossibile è poi attribuire le decine di morti collaterali alla “Famiglia”, come invece fa Bugliosi; se Manson era l’unica mente del gruppo e gli altri poco più che robot, chi e come avrebbe potuto uccidere tutte quelle persone dopo l’arresto di Charles Manson?
Ma soprattutto: perché Manson avrebbe dovuto far uccidere suo zio o addirittura il suo avvocato (peraltro l’unico avvocato che lo difendesse bene, visto che degli altri Manson ebbe a ridire, tanto da chiedere spesso alla corte di potersi difendere da solo)?
Che interesse aveva?
(...) Mentre il mondo intero è terrorizzato dalle Bestie di Satana che hanno massacrato brutalmente 4 persone, e dalla Manson Family che ne ha massacrate 7, persone rispettabili come Presidenti del Consiglio, generali, politici, massacrano milioni di persone in guerre inutili, senza che nessuno lo trovi strano, e distruggono intere famiglie con una crisi economica provocata ad hoc.
E viene da pensare alle parole di Charles Manson, quando il presidente Nixon dichiarò di ritenerlo colpevole: “Ecco uno che ha ammazzato milioni di persone con la guerra in Vietnam, e che mi accusa di sette omicidi”.
Charles Manson rappresenta il mostro da sbattere in prima pagina per tranquillizzare la società, per trasmettere il messaggio che il mostro è fuori di noi e non dentro la società stessa.
La vicenda Manson rappresenta in realtà anche una sorta di contrappasso della società verso il movimento hippie.
Erano infatti gli anni della guerra in Vietnam, e il movimento hippie, che parlava di amore e libertà e che non si adattava alla società dei consumi, contestava duramente il sistema e la violenza di esso.
Ma il sistema non si lascia processare facilmente e, per contrappasso, processò il movimento hippie, dandogli un colpo mortale con la grandiosa messa in scena del caso Manson.
Concludiamo questo articolo con un pensiero di Charlie Manson:
"Siamo le prigioni di noi stessi, siamo i guardiani di noi stessi e ognuno sconta la propria galera. Io non posso giudicare nessun altro. Ciò che fanno gli altri non è affar mio, a meno che non mi coinvolgano.
La prigione è nella vostra mente…
Non vedete che io sono libero?"
Io non posso giudicare nessuno.
Non ho remore contro alcuno.
Tuttavia penso sia giunto il momento che voi tutti iniziate a guardare voi stessi, e giudichiate la menzogna nella quale vivete."
Leggi l'articolo completo di Paolo Franceschetti: http://petalidiloto.com/2013/10/il-caso-charles-manson-le-cose-mai-dette.html
Apesar de toda a senhora VADEZ permanece um emprestador particular real, sério e honesto. Ouvi falar por um amigo, fiz contato com ele para um empréstimo de €35.000. Depois de vários procedimentos de vasculhadas nos dois acabei por ter o empréstimo na minha conta 48 horas. Entre em contato com ele, se você tem um empréstimo com uma pessoa honesta e séria aqui é o seu e-mail: angelavadez8@gmail.com
RispondiEliminaWhatsapp contacto + 33647161579