venerdì 5 agosto 2016

Lo psichiatra Andreoli: "L'Italia è un Paese malato di mente."





Il professor Vittorino Andreoli: 



"L'Italia è un Paese malato di mente. Esibizionisti, individualisti, masochisti, fatalisti"


“L’Italia è un paziente malato di mente. Malato grave
Dal punto di vista psichiatrico, direi che è da ricovero. Però non ci sono più i manicomi”. Il professor Vittorino Andreoli, uno dei massimi esponenti della psichiatria contemporanea, ex direttore del Dipartimento di psichiatria di Verona, membro della New York Academy of Sciences e presidente del Section Committee on Psychopathology of Expression della World Psychiatric Association ha messo idealmente sul lettino questo Paese che si dibatte tra crisi economica e caos politico e si è fatto un’idea precisa del malessere del suo popolo. 

Un’idea drammatica. Con una premessa: “Che io vedo gli italiani da italiano, in questo momento particolare. Quindi, sia chiaro che questa è una visione degli altri e nello stesso tempo di me. Come in uno specchio”.

Quali sono i sintomi della malattia mentale dell’Italia, professor Andreoli?

“Ne ho individuati quattro. Il primo lo definirei “masochismo nascosto”. Il piacere di trattarsi male e quasi goderne. Però, dietro la maschera dell’esibizionismo”.

Mi faccia capire questa storia della maschera.

“Beh, basta ascoltare gli italiani e i racconti meravigliosi delle loro vacanze, della loro famiglia. 

Ho fatto questo, ho fatto quello. Sono stato in quel ristorante, il più caro naturalmente. Mio figlio è straordinario, quello piccolo poi…”.

Esibizionisti.

“Ma certo, è questa la maschera che nasconde il masochismo. E poi tenga presente che generalmente l’esibizionismo è un disturbo della sessualità. Mostrare il proprio organo, ma non perché sia potente. Per compensare l’impotenza”.

Viene da pensare a certi politici. Anzi, a un politico in particolare.
“Pensi pure quello che vuole. Io faccio lo psichiatra e le parlo di questo sintomo degli italiani, di noi italiani. Del masochismo mascherato dall’esibizionismo. Tipo: non ho una lira ma mostro il portafoglio, anche se dentro non c’è niente. Oppure: sono vecchio, però metto un paio di jeans per sembrare più giovane e una conchiglia nel punto dove lei sa, così sembra che lì ci sia qualcosa e invece non c’è niente”.

Secondo sintomo.

“L’individualismo spietato. E badi che ci tengo a questo aggettivo. Perché un certo individualismo è normale, uno deve avere la sua identità a cui si attacca la stima. Ma quando diventa spietato…”.







Cattivo.

“Sì, ma spietato è ancora di più. Immagini dieci persone su una scialuppa, col mare agitato e il rischio di andare sotto. Ecco, invece di dire “cosa possiamo fare insieme noi dieci per salvarci?”, scatta l’io. Io faccio così, io posso nuotare, io me la cavo in questo modo… individualismo spietato, che al massimo si estende a un piccolissimo clan. Magari alla ragazza che sta insieme a te sulla scialuppa. All’amante più che alla moglie, forse a un amico. Quindi, quando parliamo di gruppo, in realtà parliamo di individualismo allargato”.

Terzo sintomo della malattia mentale degli italiani?

“La recita”.

La recita?

“Aaaahhh, proprio così… noi non esistiamo se non parliamo. Noi esistiamo per quello che diciamo, non per quello che abbiamo fatto. Ecco la patologia della recita: l’italiano indossa la maschera e non sa più qual è il suo volto

Guarda uno spettacolo a teatro o un film, ma non gli basta. No, sta bene solo se recita, se diventa lui l’attore. Guarda il film e parla. Ah, che meraviglia: sto parlando, tutti mi dovete ascoltare. Ma li ha visti gli inglesi?”.

Che fanno gli inglesi?

“Non parlano mai. Invece noi parliamo anche quando ascoltiamo la musica, quando leggiamo il giornale. Mi permetta di ricordare uno che aveva capito benissimo gli italiani, che era Luigi Pirandello. Aveva capito la follia perché aveva una moglie malata di mente. Uno nessuno e centomila è una delle più grandi opere mai scritte ed è perfetta per comprendere la nostra malattia mentale”.

Torniamo ai sintomi, professore.


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“No, no. Rimaniamo alla maschera. Pensi a quelli che vanno in vacanza. Dicono che sono stati fuori quindici giorni e invece è una settimana. Oppure raccontano che hanno una terrazza stupenda e invece vivono in un monolocale con un’unica finestra e un vaso di fiori secchi sul davanzale

Non è magnifico? E a forza di raccontarlo, quando vanno a casa si convincono di avere sul serio una terrazza piena di piante. E poi c’è il quarto sintomo, importantissimo. Riguarda la fede…”.

Con la fede non si scherza.

“Mica quella in dio, lasciamo perdere. Io parlo del credere. Pensare che domani, alle otto del mattino ci sarà il miracolo. Poi se li fa dio, San Gennaro o chiunque altro poco importa. Insomma, per capirci, noi viviamo in un disastro, in una cloaca ma crediamo che domattina alle otto ci sarà il miracolo che ci cambia la vita. Aspettiamo Godot, che non c’è. Ma vai a spiegarlo agli italiani. Che cazzo vuoi, ti rispondono. Domattina alle otto arriva Godot. Quindi, non vale la pena di fare niente. E’ una fede incredibile, anche se detta così sembra un paradosso. Chi se ne importa se ci governa uno o l’altro, se viene il padre eterno o Berlusconi, chi se ne importa dei conti e della Corte dei conti, tanto domattina alle otto c’è il miracolo”.

Masochismo nascosto, individualismo spietato, recita, fede nel miracolo. Siamo messi malissimo, professor Andreoli.


“Proprio così. 
Nessuno psichiatra può salvare questo paziente che è l’Italia. Non posso nemmeno toglierti questi sintomi, perché senza ti sentiresti morto. Se ti togliessi la maschera ti vergogneresti, perché abbiamo perso la faccia dappertutto. Se ti togliessi la fede, ti vedresti meschino. Insomma, se trattassimo questo paziente secondo la ragione, secondo la psichiatria, lo metteremmo in una condizione che lo aggraverebbe. In conclusione, senza questi sintomi il popolo italiano non potrebbe che andare verso un suicidio di massa”.

E allora?

“Allora ci vorrebbe il manicomio. Ma siccome siamo tanti, l’unica considerazione è che il manicomio è l’Italia. E l’unico sano, che potrebbe essere lo psichiatra, visto da tutti questi malati è considerato matto”.

Scherza o dice sul serio?

“Ho cercato di usare un tono realistico facendo dell’ironia, un tono italiano. Però adesso le dico che ogni criterio di buona economia o di buona politica su di noi non funziona, perché in questo momento la nostra malattia è vista come una salvezza. E’ come se dicessi a un credente che dio non esiste e che invece di pregare dovrebbe andare in piazza a fare la rivoluzione. Oppure, da psichiatra, dovrei dire a tutti quelli che stanno facendo le vacanze, ma in realtà non le fanno perché non hanno una lira, tornate a casa e andate in piazza, andate a votare, togliete il potere a quello che dice che bisogna abbattere la magistratura perché non fa quello che vuole lui. Ma non lo farebbero, perché si mettono la maschera e dicono che gli va tutto benissimo”.

Guardi, professore, che non sono tutti malati. Ci sono anche molti sani in circolazione. Secondo lei che fanno?

“Piangono, si lamentano. Ma non sono sani, sono malati anche loro. Sono vicini a una depressione che noi psichiatri chiamiamo anaclitica. Penso agli uomini di cultura, quelli veri. Che ormai leggono solo Ungaretti e magari quel verso stupendo che andrebbe benissimo per il paziente Italia che abbiamo visitato adesso e dice più o meno: l’uomo… attaccato nel vuoto al suo filo di ragno”.

E lei, perché non se ne va?

“Perché faccio lo psichiatra, e vedo persone molto più disperate di me”.

Grazie della seduta, professore.

“Prego”.


Fontehttp://www.huffingtonpost.it/2013/08/06/vittorino-andreoli-intervista-italia-malato-psichiatrico_n_3712591.html

14 commenti:

  1. Condividiamo la lucidissima analisi del Prof. Andreoli. Portiamo a corredo anche la ns. testimonianza E' purtroppo la triste realtà che constatiamo ogni giorno. Cittadini "furibondi" e disdegnati al telefono o allo Sportello Consumatori ma poi quando c'è da procedere per tutelare i loro diritti, già l'esborso di una modesta quota quale tessera d'iscrizione all'Associazione li fa tentennare o desistere. Tutto è dovuto. Alessandro Ceriani - Presidente UMC Ufficio Mobile Consumatori

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    1. E'vero. Sarà, purtroppo, perché le persone sono stanche di sborsare soldi.

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    2. Sarà, ma io con 50€ più o meno di iscrizione all'ufficio consumatori, ho risparmiato più di 8000€ di bolletta del gas attribuitami illegittimamente. Guarda caso l'associazione è gestita da alcuni ddei 5s, le altre mi hanno scoraggiato.

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    3. Ah ah ah.
      Guarda caso da dei 5s...
      Domani alle 8 fanno il miracolo vero?
      Ha ha ha....
      Io sto tra i depressi, ma almeno il primo passo l ho fatto, accorgermene, lei invece ancora dietro al santo, ancora con la fede!
      Mio dio quanto è verosimile questa intervista!

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  2. Analisi perfetta, esaltazione dell'immagine a danno dei contenuti. La cosa più preoccupante è la convinzione comune che prestigio e perbenismo siano accettazione e geneflessione, tanto da renderci più manipolabili di altri popoli.

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  3. Si,si.....è l'analisi perfetta dei miscredenti....se uno facesse uno straccio di cammino spirituale, quello basato sulla parola di dio,si libererebbe dall'esibizionismo,dall'individualismo,dall'illusione che il mondo possa cambiare e dal bisogno di mettersi una maschera, o almeno si darebbe una bella calmata,facendo un po di autoanalisi invece di fare un ciclo intero dallo psicologo che dura cinque anni per poi stare peggio di prima(ho conosciuto ben due persone che hanno avuto questa esperienza)....ma purtroppo è vero,sembra che ci sono talmente tante persone in questo stato,che anche a me sembra di stare in un manicomio,non solo per quanto riguarda l'Italia ma questa stoltezza riveste quasi il mondo intero se no, non si troverebbe in pessime condizioni !

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    1. Perfettamente d'accordo con Anonimo.

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    2. Parola di Dio.... No comment, se per parola di dio intendi le assurde cose scritte in quel libro di guerra che è la bibbia stai fresco amico. Quello che veniva definito dio era ben lungi dall'esserlo. Dio non l'hai mai visto nessuno e non credo che serva il suo intervento per trovare la pace dell'anima... Un cammino si intende spirituale quando eleva la coscienza dell'uomo rispetto alle ristrettezze e bassezze materiali. Il Buddhismo è una via sprituale molto forte ma non tratta della fantomatica "parola di dio"..

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  4. Perfettamente d'accordo con Anonimo.

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  5. Analisi perfetta,vita disastrosa per chi di tutto questo si rende conto e non ha voce per farsi sentire.

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  6. d'accordo con anonimo,Arcuri e il prof andreoli

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