lunedì 28 marzo 2016

QUANDO GLI INDIANI D'AMERICA STRINSERO UN PATTO CON GLI ANIMALI


Oltre all'insegnamento dei nostri genitori, noi bambini nativi americani ricevevamo gran parte della nostra educazione dagli anziani della tribù.

Mio zio, Orso Jonas, mi ha detto che moltissimi anni fa gli uomini potevano parlare con gli animali, tanto erano amici tra di loroGli animali capivano gli uomini e gli uomini capivano gli animali, ma ad un certo punto gli uomini furono costretti dalle circostanze a cacciare gli animali per nutrirsi.

In seguito a questo fatto noi umani iniziammo ad ammalarci.
Quello che era successo è che tutti gli animali, compresi i pesci, si erano arrabbiati con noi perché li cacciavamo e per questo motivo noi ci ammalavamo del male del cervo e del male del pesce.

La nostra gente decise di tenere un consiglio riunendo tutti gli esseri a quattro zampe, le creature delle acque e quelle che volano nell'aria. Facemmo loro delle offerte e poi iniziammo a parlare in questo modo:


"Cari parenti, abbiamo grande bisogno di voi per vivere. 
Quando cacciamo, cerchiamo di uccidervi in fretta 
per non farvi soffrire.

Con il passare del tempo i nostri corpi giaceranno 
nella nostra Madre Terra e da loro crescerà qualcosa, 
in modo che i nostri parenti animali possano trarre nutrimento.

Si verrà a creare un ciclo, 
uno scambio per la continuazione di tutte le forme di vita.
Per questo vi chiediamo di liberare la nostra gente
 dalla malattia che ci procurate."


Gli animali approvarono le nostre parole e ci insegnarono come curare le malattie, dandoci il permesso di cacciarli, perché sapevano che non li avremmo uccisi per puro piacere, (come facciamo noi "bianchi" con quel violento sporto che è la caccia...) avevamo bisogno di loro per dar da mangiare alla gente affamata e avremmo usato ogni parte dell'animale per la nostra sopravvivenza.

Sinché mantenemmo la nostra parola non ci colpì nessuna malattia.

Sciamano Bear Heart


Questa storia ricca di saggezza, narrata da un grande sciamano indiano, dimostra come i nativi, definiti "selvaggi e incivili" avessero a cuore TUTTA la creazione, non il gatto o il cane domestico come noi "civilizzati", ma TUTTI gli animali e come considerassero la vita di ogni creatura SACRA.

E' interessante poi soffermarsi a riflettere su questa frase:

"si erano arrabbiati con noi perché li cacciavamo e per questo motivo noi ci ammalavamo del male del cervo e del male del pesce."

Di recente (con qualche secolo o millennio di ritardo) non lo dice oggi in qualche modo anche la scienza? Che quando un animale viene ucciso impregna le proprie cellule della rabbia e della paura provata, avvelenandole?

A riguardo si salta alla mente Rudolf Steiner:


"Se il bue mangiasse direttamente della carne, 
ne risulterebbe una secrezione di una quantità enorme 
di urati che si depositerebbero nel cervello 
e il bue diventerebbe folle. 

Se potessimo fare l'esperimento di nutrire tutta una mandria 
di buoi offrendo loro come cibo delle colombe, 
otterremmo una mandria di buoi completamente pazzi."


"Pensate solamente che i cavalli confermano già questo fatto: diventano focosi alla minima quantità di carne che gli si dà; si eccitano perché non sono abituati all'alimentazione carnea."

Ora, vi ricorda qualcosa il caso dell "Mucca pazza" ?
Ricordate come in Tg davano la colpa a questo o quello, senza mia menzionare però, che quelle mucche, era stato scoperto, venivano nutrite con mangime animale?? In qualche modo percepivano che stavano mangiando se stesse? Dal punto di vista indiano, si, è possibile.

Daniele Reale

1 commento:

  1. Umani per saggezza!
    Se solo ci volgessimo per vedere...
    Riacquisiremo la vista!

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