“Sono “hibakushya”, una sopravvissuta della bomba atomica”
Sono Suzuko Numata vengo da Hiroshima e sono “hibakushya”,
una sopravvissuta della bomba atomica.
A tutti voi che siete in platea e che vivrete il ventunesimo
secolo voglio fare conoscere la mia esperienza di 52 anni fa. Io sono nata nel
1923 e ora ho 73 anni.
Nel 1945 la mia famiglia era composta da sei persone : mio fratello maggiore, mio fratello minore, la sorella minore ed io avevo 22 anni e avevo un fidanzato che era in guerra.
In quel momento era già partito per la guerra. Io stavo
lavorando in un edificio che si trovava molto vicino all’esplosione della
bomba, io lavoravo al quarto piano.
Il mio fidanzato aveva saputo che sarebbe potuto rientrare
per alcuni giorni dall’otto Agosto del 1945. Decidemmo così di fissare per l’8
Agosto il giorno delle nostre nozze. Io aspettavo con la speranza l’arrivo
dell’8 Agosto. Ma lui era già morto in guerra a Luglio e io non ne sapevo
nulla ed andavo a lavoro piena di speranza.
“Vidi intorno a me una luce multicolore:
rossa, gialla, blu
e verde … era l’inferno!”
Erano le 8.15, era la luce dell’esplosione. Io in quel
momento non avevo capito cosa stava succedendo: si era creato un vento
fortissimo, l’interno del palazzo era stato distrutto e io finii sotto un
mobile pesante, sotto le macerie.
Sotto queste macerie ho perso il piede sinistro. Mentre io
non ero cosciente tutto si riempì di fumo bianco. Alcune persone vennero in mio
soccorso velocemente e mi hanno salvato. Una di queste persone mi ha portato
fuori in cortile sulla schiena, mentre il fumo bianco iniziava a trasformarsi
in una fiamma rossa. Non ero in grado di sentire né di vedere niente.
Bloccata l’emorragia, ripresi conoscenza e l’uso della vista
e dell’udito. Vidi persone e cadaveri che non avevano più una forma umana.
C’erano corpi completamente carbonizzati, di gente morta atrocemente. Udii
persone che urlavano e chiedevano aiuto, acqua che chiamavano “mamma”, che
gridavano di sofferenza: era l’inferno
Non so quanto tempo passò prima che il cielo si rannuvolasse
improvvisamente e iniziò a piovere e la pioggia nera era fortemente
radioattiva, e tutti la prendemmo. Dopo, siccome non c’era nessun medico non
potevo essere curata, quindi man mano la gamba marciva fino al ginocchio.
Anche se io non avevo perso la vita, sentivo che s’era
avvicinata la morte. Il 10 Agosto sono arrivati i medici da un’altra città e mi
hanno operato amputandomi dalla coscia in giù con la sega e senza l’anestesia.
Mi hanno detto che quando mi stavano tagliando con la sega io ho gridato
tantissimo, in tutta la città si è sentito questo grido.
“La radioattività non ha odore o colore
ma è una cosa
davvero terribile”
Noi sopravvissuti sappiamo della mostruosa pericolosità
delle armi nucleari. Io credo che tutti conoscano l’incidente di Cernobyl.
Ogni
esperimento aumenta il numero delle vittime, il genere umano non può convivere
con il nucleare.
Io assolutamente credo che il genere umano non può convivere
con il nucleare.
Io sono vittima della bomba atomica, ma nella Seconda Guerra
Mondiale il Giappone era anche carnefice. Io ero molto militarista quando ero
piccola e dopo ho subito la bomba atomica.
Ma adesso pensando al passato, ho capito che ciò che il
governo del Giappone ci aveva fatto credere non era la verità; ma noi allora
non sapevamo la vera versione di cosa i giapponesi avevano fatto agli altri
asiatici.
I paesi che fanno la guerra sono i paesi che devono chiedere
scusa, devono garantire la vita, cose che il governo giapponese non ha fatto.
Credo che non bisogna soltanto interrogarci su chi è stato vittima e chi
carnefice, ma si debba cercare la verità.
Io come essere umano devo pensare al futuro: io prima della
bomba atomica ero militarista ed io aiutavo il Giappone ad andare in guerra ad
uccidere le persone;
Oggi non voglio più diventare una persona
che aiuta un
paese ad uccidere le persone.
A tutti quelli che sono in platea : se uno perde la
coscienza di conoscere la verità, quella persona perde la pace. Ho potuto parlare
molto poco quindi non tutte le cose saranno state comprese.
Ci sono tante cose scritte sulla bomba atomica, vorrei che tutti possiate leggerle da soli o ascoltarle da qualcuno.
Voglio che voi conosciate meglio questa storia. Voglio che
voi chiediate anche al vostro insegnante della vostra scuola.
Allora io ho finito. Grazie mille.
OGGI NON VOGLIO PIU' DIVENTARE UNA PERSONA CHE AIUTA UN PAESE AD UCCIDERE LE PERSONE"... questa sua affermazione, dopo essere stata una "militarista" mi ha colpito molto, e la comprendo, considerato che nel 1986 ho fatto 1 anno di galera per rifiuto all'esercizio della guerra, disertando la leva!
RispondiEliminaSei un grande.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaPovera te... sei una grande
RispondiEliminaL'uomo in foto è un poeta di nome Tetsuo Sakurai, affetto da lebbra. Non è un Hibakusha (si scrive senza y) e comunque non vedo cosa c'entri con Hiroshima. Immagino che la sua faccia incuriosisse più di quella di Suzuko. Personalmente credo che sia abbastanza imbarazzante; poi se sei a posto tu con la tua conscienza, Dani, allora tutto ok.
RispondiEliminaBella