Durante i cinque o sei full moon ai quali partecipai non si usavano soltanto LSD, ganja o hashish, ma anche molte altre droghe, alcune delle quali ancor più pericolose, per esempio la datura inoxia.
Quest'ultima, infatti, oltre a produrre effetti
immediati assai sgradevoli (nausea, abbassamento della vista, atrofia della
gola con conseguenti inibizioni della parola e del gusto) immerge tanto
subitaneamente negli imi della multidimensionalità dell'universo da indurre lo
sperimentatore non qualificato alla follia, relegandone la coscienza nelle
tenebre dell'inconscio.
Essa, divorando in un sol boccone ogni possibilità di
riconoscersi nella percezione ordinaria, toglie all'istante qualsiasi sostegno.
Se ne possono masticare i semi, bere decotti di ogni sua parte, fumare i fiori
o le foglie. Ho visto giovani morirne, cadendo da rocce o alberi, altri tornare
allo stato ordinario dopo alcune settimane senza ricordare nulla, e altri
ancora non riuscire più a recuperare il proprio equilibrio psichico.
È una tra
le piante di potere preferite dagli Stregoni-Sciamani, giacché, attingendo
all'akasha, l'etere onnipervadente, rivela la rete impalpabile secondo cui ogni
cosa è unita al tutto e mette in contatto con la memoria della Terra e del
Cielo.
I popoli arcaici la utilizzavano con estrema cautela e riverenza per
comunicare con gli antenati e i mani e ricordare il Tempo delle Origini. Un suo
aspetto esaltante e temibile insieme è che può modificare in modo indelebile la
struttura sottile della percezione. Chissà per quale ragione, tra i pochi che
conservano frammenti di ricordi, quasi tutti affermano di aver visto giganti.
Superfluo dire che la si sconsiglia vivamente, a meno che a proporcela sia un
autentico Maestro in grado di assisterci.
Il filo conduttore dell'esperienza psicotropa era il motto
all right now, "tutto è bene ora"; secondo la prospettiva di quelli
che aspiravano alla visione illuminativa irreversibile, trattavasi pertanto non
di una semplice evasione, contestazione, protesta o "sballo", bensì
di una sorta di "suicidio" dell'ego o della mente dicotomica fondato
sulla consapevolezza innata (ma comunque accuratamente coltivata per tutta la
vita), o ricevuta tramite iniziazione, di essere uno con Shiva, il Bene supremo
trascendente ed immanente ad un tempo ed anteriore ad ogni pensiero.
Per fortuna, durante tali feste, arrivarono, atratti dalle
potenti emanazioni psichiche e spirituali degli hippies, alcuni sadhu shivaiti
la cui preziosa presenza aiutò i "predestinati" ad incanalare
l'energia cosmica ascendente – nella terminologia yoga detta kundalini: sintesi
dei princìpi maschile e femminile - nel sottilissimo canale mediano (susumna)
sfrecciante oltre i due estremi dell' autogratificazione e dell'autodistruzione egoica,
dell'attacamento e della rinuncia, del bene e del male, del paradiso e
dell'inferno.
In
sintesi, usare le piante di potere è un po' come interrogare un oracolo al
quale si chieda chi si è realmente: una risposta chiara si otterrà soltanto se
la domanda sarà ben posta.
E, una volta ottenuto quello che si desiderava
sapere, sarebbe assurdo tornare reiteratamente a chiedere.
Fonte: Hippie: Sadhu d'Occidente di Giuseppe Gorlani
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