venerdì 17 febbraio 2017

Trump ordina alla colonia Italia di aumentare le spese di guerra (Da 30 a 48,3 miliardi di euro!)




di Gianni Lannes

Stato di guerra permanente ed al contempo obiettivo di rappresaglia. Da 30 a 48,3 miliardi di euro: è il costo bellico sostenuto dagli ignari contribuenti italidioti

I padroni della colonia Italia a Washington hanno deciso come sempre dal 1943, tutto a nostro discapito, usando il belpaese come una portaerei da cui far decollare la guerra a mezzo mondo. D'altronde il 10 febbraio scorso la terza sezione della Cassazione ha dissequestrato il MUOS in Sicilia. Si tratta di uno strumento di guerra come ammette candidamente l'ambasciata nordamericana a Roma.




Da 30 a 48,3 miliardi di euro: 
è il costo bellico sostenuto dagli ignari contribuenti italidioti. 



E così i ministri europei della cosiddetta “difesa” hanno varato “l’Hub-Sud” presso il comando alleato interforze di Napoli, come «punto focale per aumentare la capacità di capire ed affrontare le sfide che vengono dalla regione del Nordafrica e del Medioriente». 



Lo ha confermato il segretario generale dell’alleanza atlantica, Jens Stoltenberg (nomen omen), aggiungendo che «contrastare le minacce che vengono dal Medio Oriente e Nordafrica è una parte essenziale della risposta Nato alla situazione più complessa della fine della guerra fredda».

Nell’Hub di Napoli lavoreranno più di 100 individui al fine di valutare le minacce potenziali e impegnandosi con le nazioni e organizzazioni partner per i programmi di defence capability building e di addestramento delle forze locali. 

Stoltenberg ha detto anche che «la Nato sta aumentando le esercitazioni per condurre operazioni nella regione se necessario anche con la forza di risposta della Nato» e ha affermato che «presto saranno operativi i droni di sorveglianza basati a Sigonella per sorvegliare diverse zone nell’area». 

Nella base siciliana di Sigonella, regalata dal 1956 con un accordo segreto mai ratificato dal Parlamento italiano, è ammassato un arsenale nucleare USA, proibito sulla carta dal trattato di non proliferazione (TNP) ratificato dall'Italia per volontà di Aldo Moro.

Così, ora il metodo Trump piomba sul tavolo dei ministri guerrafondai dell’alleanza atlantica e da Washington arriva la richiesta di piani precisi e misurabili entro l’anno perché tutti gli alleati arrivino al 2 per cento del pil di spese militari. E la minaccia che altrimenti lo zio Sam ridurrà il suo impegno. 

Per l’Italia, attualmente, poco al di sopra del’1,1 per cento arrivare al 2 per cento rappresenterà un esborso da oltre 18,3 miliardi di euro l’anno in più, secondo uno studio del Bruegel Institute. Turando le somme in relazione alle valutazioni del Sipri di Stoccolma, la spesa complessiva italiana che oggi si aggira sui 30 miliardi di euro l’anno, sfiorerà i 50 miliardi di euro ogni 365 giorni.

Dal canto suo il ministro pro tempore Roberta Pinotti del partito democratico, salita all’onore della cronaca per la recente vendita di 28 aerei da guerra al Kuwait costruiti da Finmeccanica (l'ad Moretti è stato appena condannato a 7 anni di reclusione per la strage del gpl a Livorno), ha rilevato che «nel conto non si devono mettere solo i soldi, ma anche i contributi in termini di partecipazioni militari». 

Evidentemente per i governanti eterodiretti italiani l’articolo 11 della Costituzione repubblicana non garantisce gli affari di guerra. A proposito: sotto il controllo dei criminali Nato c'è anche Eurogendfor, al di sopra di leggi, parlamenti e organi giudiziari della succube Europa.

Fonte: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/02/ordine-di-trump-allitalia-aumento-spese.html


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