La demonetarizzazione dell’India
Lo scorso 8 novembre il nuovo primo ministro indiano Narendra Modidichiarava ha messo fuori corso le banconote da 500 e 1000 Rupie, responsabili di circa l’85% del cash in circolazione in India.
Sarebbe come se in Europa venissero eliminate in poche ore le banconote da 20 Euro in su, ma con l’aggravante che l’india, come noto, ha un’economia emergente estremamente vivace con un tasso di crescita stimato nel 7,7% per quest’anno, prevalentemente basato su scambi in contanti, in nero per il 25%.
Come facilmente intuibile, in quanto sperimentato in minima parte anche nel nostro paese nel 2013, il provvedimento ha gettato il paese nel caos, con scene già viste in Grecia, Venezuela e Cipro. Le nuove banconote emesse in sostituzione delle vecchie, in numero deliberatamente più limitato, non hanno ancora raggiunto le zone periferiche con il risultato di un assalto ai bancomat, ben presto rimasti privi di contante. Di certo l’economia con questo provvedimento ha segnato una perdita che per ora si attestata intorno all’ 1% del Pil.
Scene di panico per le strade, l’impossibilità di effettuare anche le più semplici transazioni, come l’acquisto di cibo e medicine hanno portato a sommosse popolari nel Punjab ed in altre regioni. Le stime del governo teorizzano che 1/3 delle banconote in circolazione non saranno cambiate con le nuove per evitare il riconoscimento ed i successivi procedimenti per evasione fiscale.
Terrorismo, economia sommersa, corruzione?
Oppure c’è dell’altro?
Perché dunque un primo ministro, eletto democraticamente, dovrebbe avere interesse a bloccare in maniera così repentina una crescita che sta dando ricchezza ai cittadini ed una speranza per un roseo futuro alle future generazioni? Modi ha fornito ai commentatori attoniti le seguenti tre giustificazioni:
Ridurre l’economia sommersa costringendola all’emersione, riducendo contemporaneamente la piaga della corruzione;
Sostituire le banconote vecchie, contraffatte dai terroristi, che avevano inondato il paese;
Demonetarizzare l’India,
passando a denaro elettronico bancario,
ora che finalmente le banche precedentemente nazionalizzate sono tornate private.
A ben vedere però, parrebbe che la vera giustificazione di questa guerra al contante sia proprio il passaggio al denaro scritturale, elettronico, creato dal nulla dalle banche commerciali. Infatti il Presidente di Mastercard per il sud Asia, Porush Singh, ha dichiarato che “l’azione del Primo Ministro è un passo critico per posizionare l’India come paese leader nella nuova economia mondiale senza contante basata su denaro elettronico“.
Nel contempo – curiosa coincidenza – nel marzo di quest’anno il primo ministro indiano ha avviato un massiccio programma di schedatura biometrica, grazie al quale sono stati catalogati l’iride e le impronte digitali del 96% della popolazione. A un sottoinsieme della popolazione è stato effettuato perfino un tampone di Dna. Poi, la mossa della riduzione dei contanti…
Fonte: http://www.vocidallastrada.org/2016/12/india-schedature-biometriche-di-massa.html
In occidente l'iter è meno "traumatico", ma procede bene anche qui #PEC #FirmaElettronica #FatturaElettronica #Chip #LaRanaBolle
RispondiEliminahttp://ma-guarda-e-passa.blogspot.it/2016/08/pec-firma-digitale-fattura-elettronicae.html