mercoledì 21 dicembre 2016

ANNO 1995: Ighina minaccia meteorologicamente il Gran Premio, poi una telefonata cambierà tutto




ANNO 1995: Ighina minaccia meteorologicamente il Gran Premio, poi una telefonata cambierà tutto



ANNO 1995: Non è una novità per l'autodromo di Imola il cambio repentino del meteo, peccato che questo cambiamento non venga dalla Natura, ma dal vicinissimo laboratorio di Pier Luigi Ighina, autentico genio italiano morto nell'anno 2004, che da anni si divertiva a guastare le feste ai piloti nei giorni di corsa.




Un vecchio quotidiano all'epoca (foto infondo all'articolo) riportava questo:


"L'illustre scienziato in vista del Gran Premio annuncia ogni volta catastrofi metereologiche, create con un solo tocco di dito sui comandi delle sue incredibili macchine.

La macchina in questione, quella che faceva piovere e farà nevicare, è ben visibile per chiunque passi per la Via Musso.

Sotto la grande elica, Ighina garantisce di aver tumulato anni or sono sette quintali di alluminio. Un Monopolo Magnetico gigante indispensabile a ricreare in grande scala il costrutto teorico del Dottor Enigm del Santerno. L'elica infatti, a seconda del senso di rotazione, carica positivamente o negativamente l'alluminio sepolto, e provoca a frotte, a detta di Ighina, migrazione di cirri cumulonenbi e compagnia.

Ma perché proprio la neve? Principalmente per dispetto.
Da anni Ighina sostiene che le macchine 
dell'autodromo disturbano.

Non per il casino, ma perché girano verso sinistra.
Il senso di marcia antiorario (L'"Enzo e Dino ferrari" è in effetti uno dei pochi autodromi al mondo ad averlo) a sua detta turba il flusso di energia della terra verso il sole, e viceversa.

Flusso che, secondo i suoi studi, è il motore fisico dell'Universo."



Ma alla fine la neve non verrà fatta cadere, una insistente telefonata pochi giorni prima del Gran Premio, convincerà Ighina a desistere, come testimoniato nell'allegato n°59 emesso dal CENTRO INTERNAZIONALE STUDI MAGNETICI:











1 commento:

  1. continuano a deriderlo, ma lui diceva che i nostri presunti cervelloni sono trenta anni indietro.

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