Nel 1981, Bill Mollison, il co-fondatore della permacultura, ha vinto il Right Livelihood Award. Questo è il suo discorso:
Sono cresciuto in un piccolo villaggio in Tasmania. Sono nato nel 1928, ma nel mio villaggio sembrava di vivere nell’undicesimo secolo. Non avevamo le automobili e producevamo tutto quello di cui avevamo bisogno. Ci facevamo gli stivali, gli utensili in metallo, pescavamo, coltivavamo il cibo, facevamo il pane. Nessuno che conoscessi aveva mai avuto un posto di lavoro, o qualcosa che si potrebbe definire un lavoro. Tutti ne svolgevano diversi.
Da bambino vivevo in una sorta di sogno dal quale mi sono svegliato intorno a circa 28 anni. Ho trascorso la maggior parte della mia vita lavorativa nel bush o in mare. Per sostentarmi ho pescato, ho cacciato. Fino a quando nel 1950 buona parte degli elementi del sistema in cui vivevo ha cominciato a scomparire.
In primo luogo, i grandi banchi di pesce si sono estinti.
Poi sono svanite le alghe intorno alle coste. Quindi vaste estensioni di foreste cominciarono a morire. Compresi allora che ciò che non c’era più era proprio quello che mi aveva fatto innamorare del mio paese. Questo è l’unico posto in cui voglio stare. Mi piacerebbe stare seduto nella boscaglia a guardare i canguri. Tuttavia, anche se stessi qui non ci sarebbe alcun cespuglio e neanche canguri da guardare. I giapponesi sono venuti a estirpare la maggior parte della nostra foresta. La stanno usando per farci la carta da giornale. E la butteranno nel cestino della carta straccia. Ecco cosa è successo all’ecosistema in cui sono cresciuto.
Il Dr. Sternglass, che fu allievo di Einstein, ha studiato la deriva di polvere radioattiva dell’isola di Three Mile. I giornali dicono: ‘Nessuno è morto a Three Mile Island’. Il Dr. Sternglass afferma invece che 30.000 bambini sono ormai morti, sono morti di ipotiroidismo sotto la nube tossica, e molte migliaia sono destinati a morire.
In paesi come la Russia, la Germania, il Giappone, il Canada e gli Stati Uniti, l’aria è contaminata, non ci sono solo scorie radioattive, ma acidi altamente corrosivi: acido solforico dalla combustione di carbone, e acido nitrico proveniente dai gas di scarico dei veicoli a motore.
La neve che abbiamo misurato in Vermont qualche mese fa aveva valori di pH di 1,9-2,5, molto più acida dell’aceto, acida più di qualsiasi sistema biologico esistente. Non è possibile trovare nella parte settentrionale degli Stati Uniti o in Germania acque che abbiano un pH superiore a 4. I pesci non si possono riprodurre in quelle acque, le rane non possono vivere lì, e le salamandre si sono estinte. Le foreste hanno cominciato a morire nel 1920, subito dopo l’inizio dell’era del carbone.
Gli alberi di castagno si sono ridotti nel continente americano dell’80%, gli alberi di faggio sono scomparsi del tutto. Le querce stanno cominciando a morire in tutta l’America, i pini stanno morendo in Germania (ne abbiamo persi 80.000 ettari quest’anno) e molti di loro sono ormai allo stadio terminale in Giappone.
L’eucalipto sta morendo in Australia con un tasso del 14% annuo. Non passerà molto tempo prima che le nostre foreste saranno buttate via nei vostri bidoni della spazzatura
.
Per gente semplice come me, che si muove lentamente per capire che sta succedendo, è chiaro che l’emisfero Nord non sarà occupato dagli esseri umani ancora a lungo, se continuiamo a usare carbone, petrolio ed energia nucleare. Mi chiedo cosa sia successo per farci abbandonare il genere di vita nel quale sono cresciuto, che è stata in grado di sostenerci a tempo indeterminato senza causare la morte dei grandi sistemi. Non credo che conduciamo una vita migliore, che siamo più felici di quanto eravamo e di quanto i bambini laggiù sono ancora oggi.
Ho deciso di mollare tutto nel 1970 circa, perché da molto tempo ero in conflitto con i sistemi che ci stavano uccidendo. Ho deciso che era inutile persistere con l’opposizione a oltranza. Ho riflettuto per due anni. Volevo ritornare alla società ma solo con qualcosa di molto positivo. Non volevo lottare, sprecando il mio tempo.
Quando sono tornato di scena, l’ho fatto presentando un sistema che io chiamo Permacultura, un modo di vivere sulla terra che l’umanità può adottare. Non credo che l’uomo sia più importante di qualsiasi altra forma di vita. Quei pochi di voi che sono stati da soli nelle foreste per un lungo periodo di tempo, ad esempio per più di cinque settimane, hanno sperimentato come sia facile perdere l’identità di essere umano.
Non puoi fare distinzione fra te e gli alberi, non è possibile distinguere se stessi da qualsiasi altra cosa che popola la Natura. Tutti gli aborigeni, tutte le popolazioni tribali trascorrono un periodo da soli nell’ambiente. Dopodiché, non sono più in grado di percepire se stessi come entità separate: l’uomo di qua e albero di là. Si diventa semplicemente parte della vita.
Gli unici sistemi energetici sicuri sono quelli derivati dai sistemi biologici. Un giardiniere della Nuova Guinea può camminare attraverso le porte del suo giardino, assorbire una unità di energia e distribuirne settanta nell’intero sistema. Un agricoltore moderno che guida un trattore attraverso il cancello della sua azienda assorbe un migliaio di unità di energia e ne restituisce solo una.
Chi fra i due è l’agricoltore più sofisticato?
Stiamo perdendo il suolo anche più velocemente dell’atmosfera.
La natura è l’unica macchina di mia conoscenza che può alimentare se stessa...
Si stima che perderemo circa 35.000 specie animali nei prossimi quindici anni. Per tutta la nostra vita siamo stati in guerra con la natura. Prego solo che perdiamo questa guerra, perchè non ci sarà alcun vincitore.
Un paio di anni fa mi sono dimesso da un lavoro che avevo all’università e mi sono buttato in età avanzata in un’attività dal futuro incerto.
Ho deciso di non fare altro che cercare di convincere la gente a costruire buoni sistemi biologici. Per un bel po’ mi sono nutrito pescando e coltivando le patate
Dobbiamo creare un grande movimento
che faccia una rivoluzione silenziosa.
Formeremo delle persone fino a quando abbiamo saturato tutti i paesi. Quello che dobbiamo fare è integrare tutto ciò che le piante e gli animali possono fare con le nostre vite e le strutture che costruiamo. E’ possibile progettare sistemi completamente biologici, nei quali poter vivere, ma dobbiamo cominciare con posti come Stoccolma, un ottimo esempio di città ecocompatibile. Ci sono cose semplici che chiunque può fare per essere autosufficiente. Ogni città, per esempio, può produrre il proprio cibo.
Siamo di fronte a una scelta decisiva: possiamo continuare a costruire città in cui continueremo ad accumulare risorse e correremo come mosconi in automobile, fino a ucciderci in poco tempo. Oppure possiamo vivere in armonia sulla Terra
Dipende da voi, solo da voi.
Fonte: http://permacultura-transizione.com/permacultura-italia/la-permacultura-bill-mollison-movimento-globale/
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