mercoledì 13 aprile 2016

Dottor Fadiman: "Curo la depressione con i funghi allucinogeni"




Quando ci incontriamo, Sue* mi sorride e ha gli occhi lucidi. Raggiante, mi prende decisa la mano e mentre si siede parla animatamente di come sia corsa dall'ufficio al luogo del nostro incontro. 

"Erano anni che non avevo così tanta energia," mi dice. 
"In effetti, mi sentivo proprio l'opposto. Ma adesso il mio umore, le mie energie e il mio modo di vedere la vita sono cambiati in meglio. E tutto grazie ai funghi allucinogeni. Sembra troppo bello per essere vero, ma a quanto pare è quello che mi sta succedendo."

Oggi Sue ha 35 anni. Quando ne aveva 25, è caduta per la prima volta in una grave depressione. In quel periodo, non capiva per quale motivo quell'"ombra nera" fosse discesa su di lei. 


"Fin dall'adolescenza sono stata spesso di cattivo umore," mi dice, "ma non era niente paragonato a quel dolore improvviso, nuovo e inaspettato. È difficile spiegare cosa sia la depressione, mi sentivo morta—niente provavo niente a parte quella tristezza." Sue ha smesso di dormire, e lavorare ha iniziato a farsi sempre più difficile. "Andavo in bagno a piangere, ero sempre distrutta e senza speranze," mi dice.

Il suo primo vero periodo di depressione è durato un anno, ma anche quando il peggio è passato si è ritrovata ad avere sempre l'umore a terra. "Riuscivo in qualche modo a fingere, non riuscivo ad aprirmi con nessuno tranne che con il mio dottore," mi dice. 


Come a milioni di altre persone, anche a Sue sono stati prescritti degli antidepressivi. "Mi hanno fatto smettere di piangere, ma mi hanno anche resa apatica. 

Con gli SSRI [inibitori selettivi del riassorbimento della serotonina, un genere molto diffuso di antidepresssivo] riuscivo semplicemente a tappare meglio i buchi."

All'inizio di quest'anno, nonostante abbia aumentato la dose di antidepressivi, la depressione di Sue si è aggravata. "Ho iniziato a fare sempre più spesso pensieri negativi," mi dice, aggiungendo che ha provato diversi tipi di terapia—che hanno un po' aiutato, ma il dolore "era sempre lì."

In ogni caso, una scoperta casuale su internet ha portato Sue a fare qualche ricerca sul concetto di microdose, ossia l'assunzione di piccolissime dosi di psilocibina—la sostanza contenuta nei funghi allucinogeni—per curare la depressione. "Avevo letto un articolo su alcune ricerche che usavano l'MDMA per curare la depressione, e dato durante l'adolescenza ero stata a un sacco di rave non avevo alcun problema con le droghe, anche se erano anni che non prendevo un fungo allucinogeno," mi ha detto Sue.


Sue frequentava anche diversi forum pieni di utenti che elogiavano le microdosi, ed è stato proprio lì che ha conosciuto i lavori del dott. James Fadiman, che ha un curriculum piuttosto ampio: tra le altre cose, ha scritto The Psychedelic Explorer's Guide ed è stato tra i fondatori della Sofia University, in California. Oggi ha 76 anni, ma da giovane ha fatto parte di Menlo Park, un team di ricercatori californiani che negli anni Sessanta hanno studiato a fondo le proprietà degli allucinogeni.


"Nei nostri esperimenti, somministravamo delle grosse dosi di LSD a delle persone a scopi terapeutici. Avevamo riscontrato che la capacità di risolvere problemi e il pensiero laterale miglioravano grandemente con dosi più basse," mi ha detto. 

"Le persone erano molto eccitate dall'idea che gli sarebbe stato somministrato dell'LSD, in parte perché influisce sulla produzione di serotonina, l'ormone che regola i nostri stati d'animo."

All'epoca, l'LSD era di gran lunga la droga più studiata nel campo della psichiatria, con più di mille ricerche al riguardo. Questo fino a quando nel 1968 il governo americano non ha classificato l'LSD nella "tabella 1"—quella delle sostanze senza funzionalità mediche e con alto rischio di dipendenza—rendendo di fatto illegale. Così facendo, oltre 60 progetti di ricerca sull'LSD sono stati cancellati, compresi quelli del team di Menlo Park.

Quarant'anni dopo, l'interesse di Fadiman nell'uso terapeutico delle sostanze psichedeliche è ancora immutato.

"Circa cinque anni fa, un amico mi ha detto di aver provato le microdosi," mi ha detto Fadiman, riferendosi all'assunzione di piccole quantità di droga. 


"Albert Hoffman, il chimico svizzero scopritore dell'LSD ne era appassionato lo aveva invitato a provarla. Io invece non avevo idea di cosa stesse parlando. Le ricerche che conducevo all'epoca erano piene di esperienze psichedeliche e spirituali, e la questione delle microdosi mi aveva interessato molto. 

Oggi non faccio più 'ricerca'; 'cerco' e basta. Non mi interessa scrivere un rapporto con le mie conclusioni, mi basta chiedere alle persone che hanno accesso a sostanze psichedeliche se sarebbero interessate a provare le microdosi. È così che è nato il mio metodo."


Il metodo di Fadiman consiste nel somministrare ai partecipanti delle microdosi di sostanze psichedeliche ogni quattro giorno per un mese e nel fargli scrivere di giorno in giorno come si sentono. 

Una microdose corrisponde a un decimo o a un ventesimo di una dose normale. "Se qualcuno mi segnala che sta percependo gli effetti allucinogeni, gli dico di diminuire la dose. Non devono esserci allucinazioni, nemmeno minime," mi ha detto Jim

La fama del metodo di Fadiman si è diffusa, e la gente ha iniziato a chiedergli informazioni al riguardo. "Le persone mi scrivevano e mi dicevano che erano interessate. Un ragazzo, ad esempio, mi ha chiesto se la terapia poteva aiutarlo a balbettare di meno. E così è stato," mi ha detto Fadiman. "Un altro invece ha smesso di fumare."


Finora Fadiman ha collezionato centinaia di testimonianze, che ogni giorno diventano sempre di più. "Seguo le persone che si sottopongono al trattamento anche nei mesi successivi," mi ha detto. 

"Dicono che le microdosi li aiutano a fare meglio praticamente tutte le cose che fanno. Una testimonianza ha parlato di una 'apertura dei chakra'—la gente dice che gli effetti sono davvero positivi e che dato che si tratta di microdosi l'umore migliora ma i comportamenti non ne sono influenzati."

Anche se Fadiman non stava studiando la depressione, molti dei partecipanti alla ricerca gli hanno detto che le microdosi avevano migliorato il loro cattivo umore. Sui forum c'erano molte discussioni al riguardo, ed era proprio tramite queste che Sue era arrivata a Fadiman. "Gli ho scritto e lui mi ha spiegato il metodo. Ero interessata, così ho chiesto a un amico che aveva dei funghi allucinogeni se poteva darmene un po'," mi ha raccontato.


Sue ha tritato i funghi e il primo giorno ha iniziato con un quarto di cucchiaino. "Ho percepito un effetto molto blando—un leggero miglioramento del mio umore, niente di più," mi ha detto. 

"Avevo improvvisamente più energia, e rimanevo sveglia per tutto il pomeriggio. Cosa che raramente succedeva."

Ma a sorprenderla davvero erano stati gli effetti che aveva sentito il giorno successivo: "Ero esaltata. I miei pensieri negativi erano scomparsi. Adesso non riuscivo proprio più a farli."

Sue non è stata l'unica partecipante a percepire degli enormi cambiamenti. Un volontario, malato di Parkinson, ha detto che nonostante i suoi sintomi non siano migliorati ha cambiato il suo modo di conviverci e il suo umore è migliorato. "Ho ricevuto la testimonianza di un uomo che era clinicamente depresso, tanto che non riusciva nemmeno a lavorare," mi ha detto Fadiman.

 "Dopo qualche settimana di terapia ha detto di essere tornato in grado di gestire la sua vita. Quando ha smesso di prendere le microdosi la sua condizione è peggiorata di nuovo. Sapevamo già che il metodo funziona per le depressioni leggere, ma l'esempio di quest'uomo ci dice qualcosa in più.


Anche se la maggior parte dei partecipanti si è espressa positivamente, ci sono stati anche casi in cui la terapia ha avuto degli effetti collaterali. Fadiman mi ha spiegato che questa terapia non è adatta a tutti. Anche Sue ha avuto un'esperienza poco carina che l'ha portata a prestare maggiore attenzione al dosaggio. "Ho provato una nuova partita prendendone la stessa quantità di sempre, ma era più forte del solito. Mi sono sentita strana, non è stato piacevole", mi ha raccontato. "Qui non si tratta di prendere droghe per divertimento."

Anche se è noto che gli allucinogeni non creano dipendenza, ho chiesto comunque a Jim se assumere abitualmente delle microdosi comporta dei rischi per la salute. "È improbabile che qualcuno diventi fisicamente dipendente da queste sostanze," mi ha risposto. "Se prendi lo stesso allucinogeno ogni giorno, dopo un po' smette di fare effetto."


Fadiman non è l'unico scienziato a essere interessato alle proprietà della psilocibina. Siccome le barriere culturali sul tema stanno lentamente crollando, sono iniziati nuovi studi sul rapporto tra bassi dosaggi di queste sostanze e la depressione. Uno studio ha dimostrato che in un cervello sotto effetto di psilocibina le connessioni tra le varie regioni della corteccia celebrale sono diverse rispetto a quelle di un cervello normale—cosa che potrebbe avere una certa influenza sulla depressione. Ad esempio, un team di ricerca dell'Imperial College di Londra sotto la guida del professor David Nutt sta testando la somministrazione di psilocibina a paziente affetti da depressioni gravi.

Con i dati attuali, Fadiman non è ancora in grado di dire se la somministrazione di piccole quantità di droga può funzionare anche per terapie a lungo termine. Per avere una risposta certa al riguardo dovrebbero essere condotti altri studi sul tema—per, lo status della terapia è quello di un rimedio casalingo consigliato da un amico.

Sue, che ha appena finito il suo primo mese di microdosi, afferma che sta già consigliando questa scelta a suoi amici che soffrono di depressione. "Mi sono state di grande aiuto," mi ha detto, dichiarando che ha intenzione di continuare le microdosi più a lungo possibile.

"Non c'è paragone tra prendere le microdosi e gli antidepressivi," mi ha detto, aggiungendo che comunque non smetterà di prendere gli SSRI senza prima parlarne con il suo medico. Eppure, "gli antidepressivi non hanno mai funzionato nel mio caso, mentre le microdosi funzionano. Non so spiegare perché e sinceramente non mi interessa nemmeno, perché per la prima volta dopo anni mi sento davvero bene."


*I nomi dei personaggi sono stati cambiati per proteggere la loro identità


Fontehttp://www.vice.com/it/read/depressione-funghetti-cura-043

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