sabato 20 febbraio 2016

L'UOMO DELLA QUINTA RAZZA (NOI)


L'UOMO DELLA QUINTA RAZZA

"Prego il Cielo che io non abbia, a  mio turno, a vivere in mezzo degli uomini della Quinta Razza; o che io  fossi morto prima, o nato più tardi,  perché questa è la Razza di Ferro. 

Essi non cesseranno di soffrire di  giorno fatiche e miserie, né la notte di essere consumati dalle angosce  che loro invieranno gli Dei. L'ora verrà in cui Zeus annienterà a suo turno questa Razza di uomini perituri; questo sarà il momento in cui gli  uomini nasceranno con le tempie bianche. 


Il padre allora non  assomiglierà ai suoi figli
ed i figli non assomiglieranno più ai loro  padri. 
L'ospite non sarà più caro all'ospitante, né l'amico all'amico,  il fratello al fratello, così, come nei tempi passati. 
Ai loro genitori,  pur vigili ed amorevoli che fossero, i figli non mostreranno che  disprezzo. Per farsi compiangere e accontentare da loro, essi useranno  parole dure e rudi, i cattivi, e non proveranno alcun timore per gli  Dei. 



Ai vecchi che li avevano nutriti, essi rifiuteranno gli alimenti.  Mettendo il diritto nella forza, essi terrorizzeranno e sobilleranno le  città le une contro le altre. A nessun prezzo si terrà più fede ai  giuramenti fatti, né al giusto, né al Bene; sarà soltanto  all'artigianato del crimine, all'uomo disonesto che andranno stima e  rispetto. 


Il solo diritto che varrà, sarà la forza
la coscienza non  esisterà più. Il vile attaccherà il buono con parole aggressive e si  appoggerà ai falsi giuramenti. Nel cammino dei miseri uomini si  attaccherà la gelosia smodata, il linguaggio amaro, il fronte astioso,  che si compiace del Male. 






Allora, lasciando l'Olimpo, la Terra dalle larghe strade, nascondendo i loro bei corpi sotto bianchi veli,  coscienza e vergogna, abbandonando gli uomini, monteranno verso gli  Eterni. Tristi sofferenze resteranno solo ai mortali: contro il Male non  vi saranno più rimedi."

Esiodo, VII sec. A.C.

Fonte: Dario Sardella

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