sabato 19 dicembre 2015

Da Baphomet a Cristo - Storia occulta dell'uomo



Divino: provenendo tutti dallo stesso Padre, siete tutti fratelli”.

Secondo l’antroposofia, il male non esiste. Esiste solo il Bene. Il male è bene diminuito. Inoltre vi sono due entità o “agenti” che determinano il “crescere o il diminuire” del male e del bene. L’entità di Arhimane e di Lucifero: Il polo negativo e il polo positivo. Spesso sono entrambi intesi come una medesima “persona”. Si dice che Satana abbia preso tale nome quando decadde da Angelo a demone. Prima il suo nome era Lucifero. Questo ce lo racconta la chiesa cattolica...



Ma per l’antroposofia invece, Lucifero è quella forza che tende ad alimentare al massimo la passione, il fanatismo ascetico, l’esaltazione, l’eroismo, lo spiritualismo mistico. 

E’ quindi una forza “positiva”: può produrre un “grandissimo bene”. Al punto che “troppo bene” può addirittura far male: un individuo che si staccasse dagli impegni della realtà fisica (come uno Yogi, un asceta) sarebbe “ispirato da Lucifero”.





Invece Arhimane è quella forza che porta al massimo del materialismo, a rinnegare lo spirito, a farci credere di poter realizzare l’immortalità entro il mondo fisico, in un corpo di carne, senza necessitare di nessun paradiso celeste, di nessuna divinità esterna.




"Lucifero vuole donarci già ora una vita come angeli indipendenti, anarchici; Arhimane vuole farci Dei immortali sulla Terra." 
In mezzo a queste due forze vi è l’uomo. 
E’ l’essere che deve bilanciare le due azioni. 

Questo indica a noi, che nei loro appropriati e cosmici scopi, Lucifero ed Arimane possono lavorare utilmente per l’evoluzione umana; se compresi e avvicinati in modo errato, sono invece dannosi.

Nel gruppo ligneo scolpito da R. Steiner e presente entro il “Goetheanum” di Dornach si può vedere rappresentata l’immaginazione di Lucifero, Arhimane e l’uomo, divenuto modello cristico.

Le forze luciferiche contenute nel nostro sangue, quelle che producono in noi esaltazione e fanatismo, ci spingono ad attività febbrili, al limite dell’esasperazione fantastica. 
Le forze arimaniche entro le ossa ci portano invece al gelo, all’irrigidimento sclerotico, all’aridità e alla freddezza nei rapporti. Nel sangue vi è “super vita” euforica: nelle ossa vi è la morte.

Lo scopo di Lucifero è che l’uomo arrivi a rinnegare Dio e gli angeli, rendendolo un vero “ribelle”. Lo scopo di Arimane è imprigionare l’uomo in un’illusione di libertà materiale scientifica, per renderlo suo schiavo.

Le forze luciferiche si sono insidiate nell’uomo nell’epoca lemurica: sono quelle forze che lo mettono in grado di infiammarsi, di ardere d’entusiasmo per tutto ciò pensa, sente e vuole. Forze che lo rendono libero di pensare, sentire e volere in modo indipendente, mentre prima era guidato da pensieri e sentimenti divini. Cessando la “guida” dall’alto, l’uomo divenne soggetto al male: trovandosi coinvolto in brame e passioni. Tramite le sue opinioni, i suoi opportunismi sensuali cominciò “scegliere” per il proprio rendiconto, perdendo il senso oggettivo dell’esistenza cosmica e della sua vita.

Le forze arimaniche: L’insidiamento all’interno dell’uomo delle forze luciferiche, permise l’intervento dell’azione dall’esterno da parte delle entità arimaniche, nell’era atlantica. Lucifero agisce dall’interno dell’anima, facendo leva sul potere di identificazione dell’ego con le passioni e le brame. Arimane agì dall’esterno, inserendosi entro il contenuto percettivo esterno che entra nell’uomo e il rappresentare umano. 


Nelle religioni non appare quasi mai 
la dualità Lucifero-Arimane
di fatto solo l’esoterismo conosce questo. 

Nel vangelo di Marco, vediamo però usare la parola “demonio” per indicare Lucifero, e “satana, diavolo” per indicare Arimane.


Lucifero: alterazione all’interno dell’uomo

Arimane: alterazione del mondo esterno

Le passioni e le brame vengono infuse all’uomo da Lucifero. 
Il modo in cui l’uomo divenne preda delle seduzioni di Lucifero, determinò una parte del suo karma. Se l’uomo non avesse ricevuto l’impulso luciferico, sarebbe rimasto come insensibile, neutrale di fronte alle impressioni esteriori. Tutto il mondo esteriore apparve di conseguenza molto diverso, molto più seducente di quanto sarebbe stato senza l’impulso luciferico. Lucifero diede all’uomo l’occasione di poter accorgersi dell’esistenza di un mondo interiore.

Questa constatazione diede adito ad un’altra potenza, Arimane, di infiltrarsi nelle percezioni esteriori umane. Questi, diede all’uomo la sensazione che contrapposto al suo mondo interiore esisteva anche un mondo esteriore. Arimane penetrò nella sfera rappresentativa umana, alterando i contenuti che dall’esterno giungevano all’interno dell’uomo. 

Nacque la “maya” o alterazione della realtà: illusione
Il problema dell’illusione della realtà esteriore non riguarda il mondo, ma l’uomo. Il mondo esterno esiste di per sé e di fatto, è collocato in una sua realtà autentica, ma assolutamente non nella forma in cui appare ordinariamente alla coscienza umana lucifero/arimanica.

L’influsso arimanico fu una conseguenza dell’influsso luciferico. 
Si può dire che Lucifero penetrò nel corpo astrale umano, Arimane nel suo corpo eterico. Ma la penetrazione nell’eterico, essendo quest’ultimo il veicolo in cui si estrinseca la percezione, causò l’alterazione del mondo esteriore. Quindi in questi termini, così come è possibile dire che Lucifero penetrò nel mondo interiore umano è anche possibile dire che Arimane penetrò nel mondo esteriore. Arimane si immischia nelle percezioni umane e penetra all’interno dell’uomo, dall’esterno.

In virtù di tali vicende l’uomo cominciò ad impigliarsi con le forme illusorie terrestri. Lucifero stimola dall’interno brame e passioni nel corpo astrale umano; Arimane inocula errori ed inganni nei confronti del mondo esteriore. L’essere umano è il perno della bilancia su cui si trova sul piatto di destra Arimane, su quello di sinistra Lucifero. E’ suo compito mantenere l’equilibrio fra i due.

Sino a che si concepisce nel mondo solo una dualità di “super bene luciferico” e di “super male arimanico” non si arriverà mai a nulla. Si deve trovare in sè la forza che riesce ad armonizzarli, ad equilibrarli, per utilizzare entrambi come propulsori spirituali per la propria evoluzione interiore.

E questa forza equilibrante si chiama “Io” o Cristo.

Fonte: web

Nessun commento:

Posta un commento