mercoledì 5 agosto 2015

La Sfinge e i segreti dell'uomo


"Da circa diecimila anni, cioè dall'origine delle prime civiltà dell'Africa e dell'Asia anteriori alle nostre civiltà europee, la Sfinge colossale di Ghiza, scolpita nella roccia e coricata nella fulva sabbia del deserto, pone ad ogni passante un gravoso problema. 

Un linguaggio sovrumano, più espressivo di ogni lingua parlata, giunge dalla sua muta figura e dalla sua fronte altera: 

" Guardami, io sono la Sfinge-Natura. Angelo, aquila, leone e toro; io ho l'augusto volto di un dio e il corpo di una bestia alata e ruggente. Tu non hai la mia groppa, nè i miei artigli, nè le mie ali, solo il tuo busto è simile al mio. 

Chi sei? Da dove vieni? Dove vai? 

Vieni dal fango della terra o discendi dal disco splendente del glorioso sole che sorge laggiù dalla catena arabica? 
Io sono, io vedo, io so dell'eternità. Perchè io sono uno degli archetipi eterni che vivono nella Luce increata... ma mi è proibito parlare altrimenti che con la mia presenza. Quanto a te, uomo effimero, oscuro viaggiatore, ombra che passa, cerca e indovina, altrimenti dispera!". 

Nel corso della storia le mitologie, le religioni, le filosofie hanno risposto in mille modi al grave problema, all'imperioso comando della bestia alata: hanno placato ma non appagato quella sete di verità che brucia nel cuore dell'uomo. 

Tuttavia, malgrado la diversità dei dogmi e dei riti, esse concordano tutte su un punto essenziale: con i loro culti, i loro simboli, i loro sacrifici, le loro discipline, le loro promesse, le guide spirituali non hanno cessato di dire all'uomo: 

"Tu provieni da un mondo divino e puoi ritornarci, se vuoi. 
C'è in te qualcosa di effimero e qualcosa di eterno. 
Sèrviti del primo per sviluppare il secondo".

Edouard Schurè - L'Evoluzione Divina

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