venerdì 23 giugno 2017

L'ignoranza non si combatte con la sapienza, ma con l'amore

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In questi ultimi anni sono stati scritti migliaia di articoli contro il sistema da ogni blogger indipendente del mondo, molte persone si sono risvegliate dal coma sociale indotto dal potere, eppure davvero poco è cambiato qualitativamente parlando.

Il secolare motto del "Dividi et Impera" continua ad essere utilizzato con successo anche ai giorni nostri, facendo disperdere nel nulla tutte le preziose energie impiegate dagli esseri umani che hanno davvero a cuore i problemi del mondo.

Prendiamo il vegetarianesimo, poi evoluto in veganesimo.
Tutto parte dall'India e dalla diffusione delle sue sapienze nel mondo. In India sono quasi tutti vegetariani e non è un caso che l'India sia l'unica potenza al mondo che non conduce guerre o "missioni di pace", perché, come spiegano i loro maestri, mangiare carne alla lunga porta l'uomo all'aggressività in quanto si va a nutrirsi della sofferenza altrui.


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Gli occidentali però ne hanno fatto un minestrone di tutti questi insegnamenti, mescolando negli anni vegetarianesimo, chakra, illuminazione, yoga, prana ecc tra loro. 


Risultato? 


Gli occidentali che hanno scelto la via della non violenza, rinunciando al consumo di carne, sono però diventati violenti verso i propri simili che consumano carne, con la spiacevole conseguenza che ora chi fa una scelta alimentare corretta è visto come un'esaltato da cui stare alla larga.

Doppio errore quindi. La teoria presa in prestito dall'Oriente era giusta, ma gli europei l'hanno mal applicata, con la conseguenza di avere peggiorato solo le cose, tant'è che oggi i carnivori convinti provano ancora più piacere nell'infliggere sofferenza alle proprie vittime, esibendo le carni degli animali come trofei su facebook.





Volete fare i vegetariani o i vegani dunque? Fatelo in silenzio!




Date il vostro esempio, ma senza sentirvi superiori a chi vi sta di fronte e soprattutto, senza cadere nelle sue provocazioni che certo non mancheranno a venire.


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Aggredire verbalmente un ignorante, come quelli che ancora si scannano tra destra e sinistra, nord e sud Italia, tra "negri" e bianchi, tra juventini e interisti, tra omosessuali e non, o tra nostalgici del Duce e nostalgici del comunismo, equivale sono a rafforzare la sua tesi, poiché egli, pieno di orgoglio com'è e accecato dagli invisibili ma micidiali confini mentali imposti dal sistema attraverso appunto le divisioni di qualsiasi tipo, continuerà imperterrito ad odiare chi non la pensa come lui.

E' quindi inutile e dannoso perdere tempo con tali individui cercando di togliere loro il prosciutto dagli occhi, molto più saggio invece è seguire gli esempi dei maestri orientali che all'ignoranza rispondono con l'amore.



Ricordate la storia dell'uomo che sputò in faccia al Buddha?


Il Buddha era seduto sotto un albero a parlare ai suoi discepoli. Arrivò un uomo e gli sputò in faccia. Egli si asciugò, e chiese all’uomo, “E poi? Cosa vuoi dire dopo?” 

L’uomo era un po’ perplesso perché non si aspettava che, dopo aver sputato sul volto di qualcuno, gli si chiedesse: “E poi?


Non era mai successo in suo passato. 
Aveva insultato persone e loro si erano arrabbiati, avevano reagito. Ma Buddha non è come gli altri, non si è arrabbiato, né in alcun modo offeso. Ma ha detto semplicemente: “E poi?” Non c’è stata alcuna reazione da parte sua.

I discepoli del Buddha si arrabbiarono, reagirono
Il suo discepolo più vicino, Ananda, disse, “Questo è troppo, e non possiamo lo tollerare. Deve essere punito per questo. In caso contrario tutti potranno iniziare a fare cose come questa.


Immagine correlataBuddha disse: “Tu taci. Non mi ha offeso, ma sei tu ad offendermi. Lui è nuovo, un estraneo. Deve aver sentito dalla gente qualcosa di me, che questo uomo è un ateo, un uomo pericoloso che sta gettando la gente fuori dal loro sentiero, un rivoluzionario, un corruttore. E in lui potrebbe essersi formata una qualche idea, un concetto di me. Egli non ha sputato su di me, lui ha sputato sulla sua nozione. Ha sputato sulla sua idea di me, perché lui non mi conosce affatto, così come può sputare su di me?”

“Se ci pensi profondamente” Buddha disse “ha sputato sulla propria mente. Io non sono che parte di lui, e posso vedere che questo povero uomo deve avere qualcos’altro da dire perché questo è un modo di dire qualcosa.


Sputare è un modo di dire qualcosa. 
Ci sono momenti in cui senti che il linguaggio è impotente: nell’amore profondo, nella rabbia intensa, nell’odio, in preghiera. Ci sono momenti intensi in cui il linguaggio è impotente. Poi si deve fare qualcosa. Quando si è arrabbiati, profondamente arrabbiati, si colpisce la persona, ti sputano addosso, lui sta dicendo qualcosa. Lo posso capire. Deve avere qualcosa di più da dire, è per questo che sto chiedendo, “E poi?

L’uomo era ancora più perplesso! E Buddha disse ai suoi discepoli: “Sono più offeso da voi perché voi mi conoscete, e avete vissuto per anni con me e ancora reagite.


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Perplesso, confuso, l’uomo tornò a casa. Non riuscì a dormire per tutta la notte. Quando vedi un Buddha, è difficile, impossibile dormire nello stesso modo in cui dormivi prima. Più e più volte era ossessionato da questa esperienza. Non riusciva a spiegare a se stesso, quello che era successo. Egli era tutto tremante e sudato. Non aveva mai incontrato un uomo così, lui aveva mandato in frantumi la sua mente e il suo intero modello, tutto il suo passato.

La mattina dopo era di nuovo lì. Si gettò ai piedi di Buddha. Buddha gli chiese ancora: “E poi?” Anche questo è un modo per dire qualcosa che non si può dire con il linguaggio. 

Quando arrivi e tocchi i miei piedi, stai dicendo qualcosa che non si può dire, perchè tutte le parole diventano un po’strette. Buddha disse: “Guarda, Ananda, questo uomo è di nuovo qui, sta dicendo qualcosa. Questo uomo è un uomo di profonde emozioni”.

L’uomo guardò il Buddha e disse: “Perdonami per quello che ho fatto ieri”.

Buddha disse: “Perdonarti? Ma io non sono lo stesso uomo a cui hai fatto qualcosa. Il Gange continua a scorrere, non è mai il Gange di prima. Ogni uomo è un fiume. L’uomo che sputa non è più qui. Non vedo proprio nessuno come lui, ed io non sono la stessa cosa, tanto è successo in queste 24 ore! Il fiume ha scorso così tanto. Quindi non posso perdonarti perché non ho nessun rancore contro di te. ”



E anche tu sei nuovo. Vedo che non sei lo stesso uomo che è venuto ieri, perché quell’uomo era arrabbiato e lui ora, si sta chinando ai miei piedi, tocca i miei piedi. Come può essere lo stesso uomo? Tu non sei lo stesso uomo, quindi cerchiamo di non pensarci più. Queste due persone, l’uomo che ha sputato e l’uomo su cui sputare, entrambi non sono più. Vieni più vicino. Parliamo di qualcos’altro.”


Dunque smettiamola di "sputare", anche quando sentiamo di avere profondamente ragione, il nostro metodo occidentale europeista è sbagliato, è un modo aggressivo di dire le cose.


E' tempo di cambiare noi stessi.


Daniele Reale





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