Nel mese di dicembre 2016, le autorità u.s.a si erano armate con cannoni ad acqua e proiettili di gomma per aggredire migliaia di manifestanti nativi americani accampati nei pressi dell'oleodotto in costruzione sulle loro terre sacre.
La lunga resistenza indiana era terminata con una vittoria, anche grazie alla solidarietà dimostrata dal resto del mondo a favore degli indiani : le autorità federali avevano dunque fermato costruzione del Dakota accesso Pipeline su firma del presidente Obama.
Ma come ben sappiamo, il potere americano dalla lingua biforcuta è abile ingannatore quando si tratta di firmare trattati di "pace" e dopo solo poche settimane dall'uscita di scena di Obama, il nuovo eletto Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo nel mese di gennaio per riaprire il progetto.
Nel mese di febbraio, l'esercito ha approvato la costruzione del gasdotto e ora prevede di spedire i suoi primi barili di petrolio da Giugno in poi.
Ora, i campi di protesta se ne sono andati e, come gli ambientalisti temevano , il Dakota access Pipeline è già in piena attività.
La storia ancora si ripete, i coloni come secoli fa parlano di pace e promesse che poi, puntualmente non mantengono, ed è così che i veri americani (nativi indiani) subiranno l'ennesimo affronto sulla loro terra, la loro acqua è ora in grave pericolo di contaminazione e le loro scare terre, dove sono sepolti i loro antenati, ora vengono profanate.
Di seguito alcune immagini della terribile repressione indiana subita in questi mesi di lotta:
Vigliacchi.
RispondiEliminatrump e i suoi amici industriali hanno un solo obiettivo, fare soldi e basta anche a costo di massacrare persone innocenti che vogliono difendere ambiente, territorio, natura e salute.
RispondiEliminaTrump il distruttore e divoratore della vita su Madre Terra!
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