Silvano Agosti:
Temo che il grande premio per una vita veramente vissuta, ovvero la morte, mi raggiungerà come io desidero a 99 anni.
Ma avrò in me un enigma irrisolto che mi porto dentro da circa mezzo secolo: come mai le donne hanno accettato il feroce dictat della monogamia che nega loro il più importante attributo dell'abisso femminile: la libertà amorosa, la risposta a un naturale desiderio di intraprendere non alcuni, non molti, né moltissimi, ma infiniti incontri d'amore.
Come ha fatto il potere a determinare questo capolavoro di sottomissione e servilismo affettivo nella donna?
In questo modo, non trovando amore in sé, la donna lo cerca fuori di sé, cerca il così detto: "uomo della sua vita".
Nel passaggio fatale, poi, da femmina a moglie, sparisce in lei per sempre la donna e in cambio appare la certezza di un appartamento, un televisore, una lavatrice e un paio di ciabatte. E allora prova un primo sentimento di angoscia che mitiga e risolve nel progetto di una possibile maternità. Ecco dunque sparire per sempre questo essere magnifico e assoluto la donna e appare la stagione di una maternità perpetua.
Io ho adottato queste riflessioni grazie al fatto che da oltre cinquant'anni frequento una trentina di vedove ultraottantenni ad ognuna delle quali, presa in separata sede ho detto sorridendo:
"Beh, adesso che sei vedova finalmente potresti avere almeno una ventina di fidanzati".
Ecco come ognuna, con mani tremanti nell'aria, con lo sguardo perso oltre l'orizzonte mi ha detto: "A Silvà, ce ne ho avuto abbastanza de uno!".
Ringrazio dunque le mie amate vedovelle
che mi hanno comunicato queste fondamentali verità.
Silvano Agosti
Nessun commento:
Posta un commento