martedì 3 novembre 2015

Etiopia: Multinazionali italiane dietro il massacro dei contadini

(foto dimostrativa)

Etiopia, il massacro dei contadini 
contro la diga delle multinazionali italiane

Adulti legati agli alberi e fucilati, bambini e bestie gettati nei fiumi, cadaveri dati in pasto alle iene e un villaggio Suri raso al suolo. Dei 154 abitanti solo sette i sopravvissuti.

di Luca Iacoponi

Tra polemiche e controversie intorno alla diga Gibe III, cresce il numero delle vittime in Etiopia. Nell’ultimo rapporto, che risale a dicembre 2012, viene rivelato che sono centinaia le persone che hanno subito violenze, omicidi e stupri. La “colpa” è quella di opporsi alla costruzione del colosso idroelettrico per difendere la propria terra.

Nella valle dell’Omo, patrimonio dell’Unesco, un conflitto silenzioso iniziato 7 anni fa continua a mietere vittime. Non è uno di quei conflitti che ai grandi eserciti europei interessa risolvere. Si tratta di una guerra indetta e gestita dal “progresso”, se così è lecito chiamarlo. Nel luglio 2006 il governo etiope, attraverso la EEPC (Ethiopian Electric Power Corporation) appalta, ma senza bando né gara, alla Società italiana Salini Costruttori la realizzazione della terza diga che porta il nome di GIBE.



“Ispirata ai principi dello sviluppo sostenibile, fa leva sull’innovazione tecnologica e organizzativa e sullo straordinario patrimonio umano e professionale di cui dispone, per sviluppare soluzioni costruttive, capaci di valorizzare le risorse dei territori e di contribuire alla crescita economica e sociale dei popoli”, è la mission che la Salini dichiara sul proprio sito. La diga sarà un gigante di cemento in grado di produrre 6.500GWh all’anno. Energia da immettere nel sistema elettrico nazionale e da rivendere a caro prezzo alla nazione più vicina: il Kenya.

Nonostante l’ordinamento giuridico di Adis Abeba preveda che prima dell’approvazione del progetto debba essere effettuata una valutazione sull’impatto ambientale e sociale, il  governo dà il via libera al magnate italico di deporre la prima pietra. 

La stampa non ne parla e il grido silenzioso dei 500mila abitanti della valle resta sommerso. 

Soltanto nel 2008 l’EPA (Ethiopian Environmental Protection Authority) dà ufficialmente il via libera ai lavori dopo aver ricevuto un dossier del CESI – guarda caso un’agenzia milanese, che definisce l’impatto ambientale legato al progetto “trascurabile” o addirittura “positivo”. Il Cesi si è però impegnato a trascurare l’uso delle terre limitrofe alla diga da parte dei contadini locali, piuttosto che come funzioneranno i futuri piani di regolazione delle piene e delle irrigazioni artificiali. Lo studio dell’agenzia milanese non parla nemmeno lontanamente della futura situazione del lago Turkana, oltre il confine con il Kenya, che dall’Omo riceve il 90% delle sue acque.


Eppure gli studi di settore effettuati da una serie di Ong dicono l’esatto opposto. “La diga altererà in modo drammatico i flussi stagionali dell’Omo e avrà un enorme impatto sui delicati ecosistemi della regione e sulle comunità indigene che abitano lungo le sponde del fiume fino al suo delta, al confine con il Kenya. La portata dell’Omo subirà una drastica riduzione. Il fenomeno interromperà il ciclo naturale delle esondazioni che periodicamente riversano acqua e humus nella valle alimentando le foreste e rendendo possibile l’agricoltura e la pastorizia nei terreni rivivificati dalla acque

Tutte le economie di sussistenza legate direttamente e indirettamente al fiume collasseranno compromettendo la sicurezza alimentare di almeno 100.000 persone.”, si legge su survival.it.


E così le popolazioni locali sono state costrette a un processo di “villaggizzazione” come lo hanno definito le autorità locali. Un vero e proprio trasferimento forzato di intere tribù come i Mursi, i Bodi e i Kwengu in campi di reinsediamento. Violenze fisiche e morali sono i mezzi di coercizione che accompagnano questo rastrellamento. Grazie a un servizio della Cnn è emerso un reportage a dir poco agghiacciante. Adulti legati agli alberi e fucilati, bambini e bestie gettati nei fiumi, cadaveri dati in pasto alle iene e un villaggio Suri raso al suolo. Dei 154 abitanti solo sette i sopravvissuti.


Stephen Corry, direttore generale di Survival International, ha dichiarato: “Questa mappa rivela quello che il governo etiope voleva nascondere, ovvero l’intenzione di reinsediare le tribù della bassa valle dell’Omo. Tenendo conto anche delle numerose segnalazioni che ci sono pervenute su sfratti violenti e intimidazioni, l’obiettivo finale del governo è divenuto ormai lampante, così come il suo rifiuto di rispettare i fondamentali diritti di chiunque si ritrovi sulla sua strada.”

Gli appelli che chiedono di interrompere questo scempio sono molteplici. Tra i primi è stata l’Unesco, a seguire Survival International, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Counter Balance coalition, Friends of Lake Turkana e International Rivers. E’ stato creato il sito stopgibe3.it dove sono disponibili informazioni e news sulla situazione e Survival.it ha lanciato una petizione per impedire il continuo di questa strage.

Fonte: http://frontierenews.it/2013/01/etiopia-il-massacro-dei-contadini-contro-la-diga-delle-multinazionali-italiane/

11 commenti:

  1. Vorrei poter contattare Luca Iacoponi

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  2. Mamma mia che enorme serie di stupidaggini messe tutte assieme ... un po' di commenti ... una multinazionale non puo' essere italiana ... o e' multinazionale o e' italiana ... Salini e' semplicemente un General Contractor italiano ... non ha alcuna caratteristica propria di una multinazionale ... Salini e' una societa', perche' venga definita "magnate" e' un mistero ... che ci sia lei "dietro la diga", come da titolo, e' una stupidaggine ... dietro c'e' la decisione del governo etiope, Salini sta solo ultimando la diga ... e non ha nulla a che vedere con la valle ... li manco ci mette piede ... la prossima che scrivi un articolo, fallo leggere da un giornalista ... poi non si capisce che significhi senza bando ne gara ... ci sono migliaia di progetti molto piu' grandi della diga nel mondo che bvengono fatti senza gara ... mica e' obbligatoria .. articolo senza capo ne coda ...

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    1. Può darsi che l'articolo sia senza capo ne coda, ma anche il tuo commento lo è. Non fai alcun riferimento alle tragedie umane descritte nell'articolo, dici solo cazzate offtopic al senso di informazione sui misfatti in essere....ma da uno "sconosciuto" cosa ci si poteva aspettare di diverso!!! Riccardo Mordini

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  3. Se si tratta della Salini Impregilo è una multinazionale (di origine italiana: tutte le multinazionali hanno una origine!) che opera in 50 (multi) paesi (nazione). C'è da verificare quanto scritto ma non mi stupirei per nulla: di fronte ai soldi si compiono le efferatezze più schifose. Poi che senso ha dire che nella valle non ci mettono neanche piede? Voglio dire: se sai (e lo sai!) che per poter fare un lavoro vengono trucidate centinaia di persone che fai? Ti difendi dicendo tu sei "solo" quello che fa il lavoro e non i massacri?

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  4. Non vorrei dire ma lo faccio la foto non e la diga incriminata gia questo per me invalida tutto lo scritto quindi super bufala!!!

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    1. (giusto per fare le cose in regola la foto ritrae la diga Hoover durante i lavori di raccordo della Great Basin Hwy 93) i blogger sono come i media raccontano quello che vogliono.

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    2. perchè ritrae la foto poi dimostrattiva,e non la vera diga???le chiacchiere stanno a zero.

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  5. Infatti in didascalia è scritto foto dimostrativa.

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    1. perche mettere una foto che non centra per niente quando se ne trovano tante della diga "incriminata"?
      es.
      http://www.salini-impregilo.com/static/upload/dji/dji_0174--3-1.jpg

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  6. Che senso ha mettersi a commentare l'autenticità della foto? qualcuno di voi è mai stato lì per constatare se è vero o meno? la maggior parte degli articoli sono finzione e lo sappiamo tutti, ma il punto è....il problema esiste realmente o no? le persone muoiono veramente o no? non penso proprio abbiamo fatto girare un articolo del genere senza che nemmeno una persona abbia perso la vita in modo anche solo simile a quello raccontato.......quel luogo è totalmente incontaminato...uno dei pochi rimasti ed è splendido nel suo equilibrio che continua da milioni di anni prima che qualche stronzo inventasse le dighe per i suoi ruscelletti del cazzo....solo odio per l'avidità di queste persone un altra volta assetate di potere e di denaro. odio infinito

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  7. http://www.greenreport.it/news/acqua/diga-di-gibe-iii-in-etiopia-survival-denuncia-salini-impregilo-allocse/

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