martedì 6 dicembre 2016

I bambini che non giocano all'aria aperta da grandi saranno dei frustati come i loro genitori

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I bambini che non giocano all'aria aperta da grandi saranno dei frustati come i loro genitori






Secondo una ricerca condotta di recente, è emerso che un bambino su dieci oltre ad ignorare i comunissimi giochi come un-due-tre stella, campana, palla avvelenata, non sa andare in bici e non si è mai arrampicato su di un albero.



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Tantissimi bambini passano, piuttosto, interi pomeriggi in casa, davanti al computer o alla televisione, perdendo tutta una serie di esperienze all’aperto estremamente importanti per la loro crescita. Nello specifico, la ricerca si è concentrata sulle abitudini di 12.000 famiglie con bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni; in più di dieci paesi è risultato che i bambini giocano all’aria aperta in media 30 minuti al giorno.

Negli U.S.A quasi il 50% dei bambini in età prescolare esce a giocare fuori casa solo alcuni giorni a settimana. Non cambia di molto la situazione sposandosi nel Regno Unito: il 20% dei bambini non ha mai provato ad arrampicarsi su un albero e il 64% gioca all’aperto anche meno di una volta alla settimana.


Risultati immagini per bambini tabletSecondo quanto messo in luce, non esiste alcuna correlazione tra il tempo trascorso a giocare all’aperto, il reddito delle famiglie o la percezione del livello di sicurezza del vicinato.

È una tendenza generale che esula dallo status socio-economico: sostanzialmente, i genitori non vogliono che i propri figli si sporchino nel fango, giochino da soli con altri bimbi o si arrampichino sugli alberi.




I bambini di oggi, diversamente dai bambini di un tempo, da adulti, sicuramente, non avranno ricordi d’infanzia legati al divertimento e giochi all’aria aperta.



Allo stato attuale, soltanto il 21% dei bambini gioca all’aria aperta tutti i giorni, nonostante al 71% dei loro genitori veniva concesso. Purtroppo, questa privazione è realmente penalizzante per i bambini. Giocare all’aperto con altri coetanei, sporcarsi di terra e fango, sono attività che, oltre a rendere i bambini più felici e attivi, hanno una positiva incidenza sulla loro salute e sul loro sviluppo fisico-emotivo.



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La sedentarietà dei bambini non è una loro scelta. 
In moltissimi casi, si tratta di genitori stanchi di mille altre attività che, per pigrizia, preferiscono restare in casa con i loro figli per occuparsi della gestione della casa e della vita familiare in generale.

I bambini, piuttosto, devono essere spronati, quanto più possibile, a vivere e a giocare a contatto con la natura e con i coetanei, devono poter esplorare e sperimentare nuove attività.



La sicurezza, la salute, la pulizia sono soltanto scuse dei genitori per evitare ai bambini di fare particolari attività. 


Se i vestiti si sporcano…a casa si lavano! 
Il giusto compromesso è sorvegliarli, lasciandoli liberi di fare nuove esperienze.

La natura, con i suoi parchi e boschi, rappresenta per i bambini, senza alcuna ombra di dubbio, un ambiente sano, ricco di stimoli e sfide, in grado di dare libero sfogo alla loro fantasia, grazie alla quale riusciranno a creare una moltitudine infinita di giochi e attività.

Perché i bambini devono giocare all’aria aperta e con i coetanei?

Ci sono tantissime buone e valide ragioni perché i più piccoli trascorrono del tempo a giocare all’aperto con i loro coetanei.

Risultati immagini per bambini giocanoGiocare all’aperto rappresenta un’ottima lezione di vita per il bambino: può imparare ad autocontrollarsi, a risolvere i problemi, a prendere decisioni, a seguire le regole…

Ad esempio, comprenderà che per essere accettato dal gruppo dovrà, non solo rispettare determinate regole, ma dovrà anche controllare alcuni dei suoi comportamenti.

Con i coetanei, giocando all’aria aperta, spesso il bambino si troverà in situazioni difficili. Se vorrà uscirne a testa alta, deve necessariamente imparare a gestire le emozioni. Se esempio, vorrà arrampicarsi su un albero, inizialmente avrà paura, ma se sarà di fronte ai suoi amici, riuscirà a dominarla.

Quando un bambino gioca fuori casa sicuramente si sente molto più libero, ecco perché preferisce dedicarsi a giochi esclusivamente frutto della immaginazione, creatività ed intelligenza.



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Tutto quello che si incontra nella natura stimola l’immaginazione dei bambini: non si tratta di giocattoli concepiti per un uso specifico, piuttosto di cose che possono essere utilizzate a seconda della creatività di ognuno. Ecco perché i bambini che giocano all’aria aperta imparano ad apprezzare sin da subito le piccole cose della vita e ad essere responsabili e indipendenti.

Quando il bambino gioca all’aperto con i coetanei, è lontano dai genitori; mancando la figura del mediatore adulto, imparerà a risolvere i suoi problemi da solo ma a sbagliare a sue spese, almeno finchè non troverà la soluzione giusta ai suoi bisogni. Tutto questo lo aiuterà a diventare un adulto più sicuro e consapevole.

Nel gioco libero e non guidato, i bambini possono esplorare i loro interessi senza alcuna pressione.

Il bambino, senza la continua supervisione degli adulti, potrà sviluppare, più facilmente, le sue competenze sociali, sarà più empatico e sensibile.

Il gioco sociale sarà un modo naturale per fare nuove amicizie, permetterà lui di imparare a stare con gli altri, di relazionarsi con gli altri in modo equo; gli permetterà di capire che per divertirsi ha bisogno di stare con i suoi compagni di gioco.




Il gioco non è soltanto un’attività importante per lo sviluppo, è la fonte primaria della felicità, del benessere e della soddisfazione.


Risultati immagini per bambini fangoIl gioco all’aperta libera l’energia del bambino e crea in lui una piacevole sensazione di serenità e tranquillità. Secondo quanto emerso da uno studio condotto presso la Cornell University, i bambini che vivono in città e che trascorrono poco tempo a contatto con la natura hanno livelli più elevati di ansia e stress, rispetto a quelli che vivono in zone rurali, i quali, a loro volta, anche molto più resistenti alle avversità.

A tal proposito, due scrittrici britanniche, Jo Schofield e Fiona Danks, hanno scritto di recente un libro intitolato “Go Wild -101 things to do outdoors before you grow up” (che tradotto significa “101 cose da fare all’aria aperta prima di diventare troppo grande”). Nel libro sono raccolte tutte le attività che i bambini possono fare usando la natura come vera e propria area giochi. Le attività spaziano da quelle più tradizionali a quelle più innovative quali nascondino, campana, palla avvelenata, mosca cieca, un- due -tre stella, ecc.

Inoltre, per convincere i bambini a schiodarsi dal divano, pc e/o tv, gli Esperti del National Trust (Fondazione britannica nata per tutelare gli spazi verdi e i luoghi storici del Regno unito), considerate le basse percentuali di bambini che giocano all’aperto (1 su 10), hanno stilato un divertente elenco di attività da fare assolutamente prima dei 12 anni, tutte rigorosamente all’aperto.

Solo per citarne qualcuna:

● Arrampicarsi su un albero;
● Costruire un rifugio,
● Far volare un aquilone,
● Correre sotto la pioggia,
● Lanciare palle di neve,
● Rotolarsi giù per una collina,
● Organizzare una caccia al tesoro
● Mantenersi in equilibrio sul tronco di un albero caduto,
● Correre a braccia aperte a mo’ di deltaplano….ecc.

In virtù dei tanti benefici del gioco all’aperto, perché non organizzare, magari già nel prossimo weekend, una bella gita fuori porta con tutta la famiglia?

Fontehttp://www.scuola.store/bambini-intellingenti-non-usano-tablet-ma-si-sporcano-nel-fango-arrampicano-sugli-alberi/

lunedì 5 dicembre 2016

La determinazione Indiana vince sul Capitalismo: L'oleodotto non si farà!

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La determinazione Indiana vince sul Capitalismo: L'oleodotto non si farà!





Una vittoria che ha dell’incredibile, giunta dopo 8 mesi di resistenza assoluta, nonostante la repressione, gli arresti e le violenze che hanno dovuto subire da parte della polizia e delle guardie private assoldate dalla compagnia che lo doveva costruire.


Ieri il genio militare degli Usa ha deciso di non approvare la costruzione del tratto di oleodotto che sarebbe dovuto passare sotto ai territori indigeni, dando mandato alla compagnia di studiare dei percorsi alternativi. 


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Una vittoria improvvisa quanto apparentemente totale e definitiva.


I tecnici dell’Esercito hanno riconosciuto che il tracciato del Dakota Access Pipeline avrebbe messo in pericolo le riserve d’acqua degli insediamenti della nazione indiana del North Dakota. Una decisione giunta dopo mesi di resistenza, che nell’ultimo periodo aveva trovato ampia adesione non solo tra gli attivisti ambientali e per diritti civili, ma anche tra le altre tribù native americane, giunte anche dal Canada per dare sostegno nella lotta ai “fratelli” Sioux.

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La polizia aveva reagito riportando le lancette dell’orologio indietro di un paio di secoli: procedendo ad arresti di massa tra gli indigeni (oltre 400 in poche settimane) e formulando capi di accusa gravissimi ed intimidatori verso chiunque partecipasse alla proteste, come accaduto al documentarista bianco Deia Schlosberg, accusato di furto di proprietà, manomissione, sabotaggio, danneggiamenti e cospirazione, che secondo la legge americana potrebbero valergli fino a 45 anni di carcere.

Tuttavia la lotta indigena non è arretrata di un passo. 
Ogni giorno in migliaia si radunavano per impedire l’avanzamento dei lavori e per fare presente al mondo che non erano pronti ad accettare questa nuova minaccia al loro diritto ad esistere. La costruzione dell’oleodotto avrebbe infatti non solo invaso il loro territorio durante la costruzione, ma anche messo in pericolo le acque del fiume Missisipi, dal quale gli indigeni traggono l’acqua necessaria alla loro esistenza. Ora la storica vittoria.

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Fontehttp://www.dolcevitaonline.it/i-sioux-hanno-vinto-loleodotto-non-si-fara/

STORIA PROIBITA DELL'ULTIMA CITTA' EUROPEA LIBERA ED AUTOGESTITA: CHRISTIANIA


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STORIA PROIBITA DELL'ULTIMA CITTA' EUROPEA LIBERA ED AUTOGESTITA: CHRISTIANIA





DANIMARCA 26 SETTEMBRE 1971: Un folto gruppo di anarchici, di artisti, squatters, hippie e libertari convinti non si fecero perdere l'occasione di occupare l'abbandonata zona militare di Christianshavn, autogestendola e trasformandola in poco tempo in una vera e propria città indipendente ed autogestita, destinata negli anni a diventare un vero e proprio bersaglio del potere come vedrete tra poco.


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L'anarchia ci dicono, significa caos, disordine e violenza, ma queste sono, ovviamente, solo le erronee etichette stampate dagli stessi apparati di potere che non riescono ad accettare che un gruppo di cittadini possa autogestirsi e vivere in santa pace senza il bisogno delle sue leggi, delle sue prigioni, dei suoi tribunali e della sua democrazia.


Ma la città se la città di Christiania ha spento oltre 40 candeline dalla sua fondazione, questo significa che quel tipo di modello sociale funziona, è applicabile e replicabile.



Immagine correlataOltre quarant'anni fa, mentre intere masse di uomini e donne si riversavano nelle fabbriche per "guadagnarsi da vivere", mentre altri fuggivano all'estero in cerca di fortuna e altri ancora si adeguavano alla vita moderna e civilizzata nelle grigie ed inquinate città europee, a Christiania c'era chi fuggiva da tutto questo, da quella parte di Mondo a cui sentiva di non appartenere più e assieme a nuovi compagni di avventure, incurante del colore della loro pelle, delle loro origini e del loro credo, costruivano case, ristoranti, negozi, vivai, gallerie d'arte nell'ex area militare dello stato di Danimarca.



Tutto questo fiorire di vita avveniva senza autorizzazioni esterne, semplicemente ci si accordava tra abitanti e si costruiva dove era più idoneo, stando ben attenti a non perturbare mai troppo Madre Natura.


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Ma la città di Christiania non dì faceva paura al potere solo sotto questo punto di vista, ma anche per la sua totale assenza di sindaci, di poliziotti per le strade, di direttori e padroni pronti a comandare e imporre ordini, per la sua mancanza di presidenti e di una gerarchia sociale basata su classi sociali divise in ricchi e poveri, potenti e deboli, a Christiania non esistevano le autorità ed il fatto era molto semplice, i suoi cittadini si consideravano alla stessa altezza, ne più ne meno dei propri simili e su questo basavano la loro reciproca fiducia, vi stupirà venire a conoscenza che nella città di Christiania la criminalità è stata pressoché sconosciuta a differenza delle civilizzate e progredite città europee statalizzate.



Gli attacchi alla libera città di Christiania da parte dello Stato Danese furono molteplici negli anni, ma i più fallirono, come quando egli decise di sfrattare le famiglie indipendenti dalle loro abitazioni, ma gli abitanti dopo lunghe proteste riuscirono a rivendicare i propri diritti e lo Stato fù costretto a riconoscere la libertà di questo fin troppo riuscito esperimento sociale.



A CHRISTIANIA NON SI PAGANO LE TASSE:



Altro punto importante della storia di Christiania è la sua totale assenza di tasse ed il motivo è molto semplice, la comunità di poco più di 1000 anime non ha caste da mantenere, di conseguenza la ricchezza interna gira viene divisa sempre tra gli stessi abitanti ed in eguale misura.


Risultati immagini per CHRISTIANIALa città di Christiania decise di pagare allo Stato della Danimarca solo l'acqua e l'elettricità da loro fornita, tutte le decisioni sociali dal 1971 avvengono tramite assemblee pubbliche dove il confronto è aperto, non si elegge dunque nessuno. L'assenza inoltre di una struttura gerarchia della società ha permesso nei suio quarant'anni di esistenza ai suoi abitanti di vivere in pace e armonia, assicurando a tutti anche i servizi indispensabili alla comunità.



Il servizio sanitario di Christiania infatti è impeccabile, la città è costantemente mantenuta pulita dai suoi stessi abitanti, così giardini, orti e frutteti, all'interno di questa città troviamo anche piccole scuole, una biblioteca, una piccola radio, un servizio postale eccellente e diverse aree sport e di intrattenimento.



A CHRISTIANIA NON ESISTONO PRIGIONI:



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La comunità composta da vecchi hippie, artisti, anarchici e libertari, dipinti ovunque dai Media come sbandati, criminali, senza voglia di lavorare e drogati, hanno invece assicurato nei quarant'anni di esistenza della città di Christiania una convivenza felice e senza criminalità. In questa città non esistono prigioni e tanto meno agenti in divisa pronti a mantenere l'ordine, ed il motivo è evidente, le uniche leggi da rispettare sono quelle del buon senso che ognuno di noi conosce. L'essere umano inserito in un contesto sociale come quello di Christiania è teso naturalmente alla cooperazione invece che alla competizione come invece accade quotidianamente nel modello democratico



Tuttavia a Christiania sono state imposte alcune regole fondamentali per il buon vivere di tutti:



- NIENTE DROGHE PESANTI (Amesse invece marijuana e psichedelici naturali. La natura non si illegalizza!)



- ABITARE UNA CASA PER ALMENO 6 MESI.



- NIENTE ARMI.



- NIENTE AUTOMOBILI. (Chi possiede una vettura la deve parcheggiare all'esterno della città per non ostacolare la tranquillità cittadina, i camion che trasportano merci e rifornimenti solitamente lo fanno solo in ore notturne e all'alba, quando le strade sono deserte.)





LA REPRESSIONE AVANZA:



Risultati immagini per christiania polizia
Nel 2007 un nuovo attacco da parte dello Stato Danese viene effettuato sulla libera città di Christiania, nascono degli scontri con la polizia e viene abbattuto un edificio dalle ruspe delle Stato.

Il motivo? Iniziare a distruggere le prove che l'autogestione sociale esiste e che soprattutto è efficace e garantisce benessere e prosperità.


Christiania fa paura, la piccola città infatti è da anni una della maggior mete turistiche europee, preferita dai giovani rispetto alle grandi città storiche del continente.





IL PROBLEMA CANNABIS:



Non potendo sfrattare i suoi residenti in modo coatto, al potere non è rimasto che giocarsi la carta della droga.


Risultati immagini per christiania hashish
Come abbiamo detto a Christiania sono bandite le droghe pesanti, ma non quelle leggere e da qui negli anni è nato un vero e proprio mercato della cannabis con tanto di bancherelle, di conseguenza l'afflusso di visitatori/consumatori è aumentato, dando così al governo danese e alla sua polizia la scusa buona per creare incursioni con tanto di sparatorie, così nel settembre 2016 sono gli stessi abitanti di Christiania ad aver deciso di smantellare il quartiere di Pusher Street, dove si vendeva libera la Cannabis.





L'ULTIMO ATTACCO ALLA CITTA' LIBERA:



In sostanza Christiania oggi è ancora viva, ma i costanti attacchi del potere negli anni sembrano aver affiacchito lo spirito dei loro padri fondatori. 

Risultati immagini per christiania poliziaSono seguiti ben 19 anni di guerre tra la polizia e i suoi abitanti, battaglie in cui la polizia voleva portare Christiania in linea con gli altri distretti all’interno di Copenhagen: privare quindi i cittadini del loro diritto alla ribellione e vietando di utilizzare l’area. 

Tuttavia gli abitanti hanno desistito e lottato in prima persona per la loro città libera ed ora la città libera di Christiania possiede la metà di tutti gli edifici della zona e affitta l’altra metà ancora sotto la protezione del governo per il suo valore storico.


Risultati immagini per CHRISTIANIAMolte delle case in Christiania sono state costruite dagli abitanti stessi e alcune non riescono a soddisfare gli standard di salute/sicurezza sono prive di cose come l’acqua e l’elettricità. Questo è solo uno dei motivi per cui il governo vorrebbe ancora mettere fine a questo villaggio hippie  tendente al paradiso.


Questa ovviamente è solo una scusa per spingere i suoi residenti ad omologarsi al modello statale proposto, in questo modo, una volta ceduta la volontà dei suoi abitanti, anche Christiania diverrà una città come tante, non più autogestita, ma statalizzata, dove per costruire bisognerà chiedere il permesso alle autorità.


Risultati immagini per CHRISTIANIADove bisognerà seguire determinate norme sulle costruzioni, si dovranno pagare geometri, architetti, notai, operai specializzati, imbianchini, muratori e questo significherà aprire nuovi mutui, indebitandosi con le banche come un comune cittadino di città.

Ecco dunque l'ultimo attacco alla città libera, l'omologazione della città stessa...

Ed una volta giunti a questo punto Christiania sarà perduta, si introdurranno le tasse e la polizia per le strade e gli hippie, gli artisti, gli anarchici e i libertari diverranno a loro volta degli scontati cittadini, non più padroni delle proprie vite, ma schiavi del sistema dominante.

Daniele Reale