Una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti ha costretto Smithsonian Institution a rilasciare documenti riservati risalenti agli inizi del 1900 dove ci sono prove sulla distruzione di migliaia di scheletri umani giganti.
Sentenza atta a dimostrare che l’organizzazione è stata coinvolta in un insabbiamento storico sistematico di prove che dimostravano i ritrovamenti di migliaia di scheletri di esseri umani giganti nell’ordine delle decine di migliaia scoperti in tutta l’America.
Le accuse erano partite dall’ente americano di Alternativa Archeologia (AIAA) ma la decisione non è stata presa così bene dalla Smithsonian che ha reagito facendo causa all’organizzazione per diffamazione e il danno di immagine dei 168 anni dell’istituzione.
"Nel 1857 il capo Tuono Roboante della tribù delle praterie dei Comanche, narrava che una tribù di giganti bianchi,
alti più di 3 metri, abitava la terra nell'antichità"
Durante la causa in tribunale, sono stati messi all’atto decine di nuovi elementi di prova e testimonianze su come Smithsonian abbia sistematicamente distrutto i ritrovamenti, decine di migliaia di scheletri umani che raggiungono 6 piedi e 12 piedi di altezza, una realtà storico-archeologia che per qualche strano motivo non si può ammettere per per motivi diversi, così sostiene il portavoce AIAA, James Churward.
Inoltre;
Il punto di svolta del caso è stato quando un’osso di femore umano lungo 1,3 metro è stato mostrato come prova in tribunale.
Nella lettera, quel che colpisce un po tutti gli amanti dell’archeologia misteriosa e quanto segue;
“E ‘una cosa terribile che è stato fatto per il popolo americano. Stiamo nascondendo la verità sui progenitori dell’umanità, i nostri antenati, i giganti che popolavano la terra come ricordato nella Bibbia e testi antichi del mondo”.
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha costretto la Smithsonian Institution a rilasciare pubblicamente tutte le informazioni classificate su tutto ciò che riguarda la “distruzione di elementi di prova relativi alla cultura dei costruttori di tumuli” e di elementi “relativi a scheletri umani di altezza maggiore rispetto al solito”, una sentenza di cui la AIAA è altamente entusiasta.
"Gli indiani Navajo, nelle loro leggende riportano le storie di giganti bianchi che venivano chiamati Starnake, descritti come "una razza regale di giganti bianchi dotata di tecnologia mineraria che ha dominato sull’Occidente, ha schiavizzato tribù inferiori, aveva roccaforti in tutte le Americhe."
“Finalmente, dopo più di un secolo di bugie, la verità sui nostri antenati giganti potrà essere rivelata al mondo”, dichiara visibilmente soddisfatta dalla sentenza del tribunale.
Tali documenti sono impostati per essere rivelato al pubblico nel 2017 e l’operazione sarà condotta da un’organizzazione scientifica indipendente per garantire la neutralità politica.
«Innumerevoli lune fa, una razza di uomini bianchi, alti tre metri e molto più ricchi e potenti di qualunque bianco ora in vita, abitava gran parte della terra, che si estendeva dal sorgere al tramontare del sole. Le loro fortificazioni coronavano le cime delle montagne, proteggendo le loro popolose città situate nelle valli sottostanti».
capo Comanche Tuono Roboante
Fonte: http://www.organicandhealthy.org/2017/03/smithsonian-admits-to-destruction-of.html?m=1
Che dici di questo?
RispondiEliminahttp://badsatiretoday.com/smithsonian-admits-destroying-giant-skeletons-1900s/
La storia è una gran bufala messa assieme da un giornale satirico e copiata senza controllare....
La lettura del libro Scoperte archeolgiche non autorizzate, permette di inquadrare queste ed altre menzogne/censure/rimozioni/occultamenti in un quadro più globale.
RispondiEliminaTutto quello che ci hanno insegnato a scuola è falso. Basti pensare che le date ottenute con metodi di radiocronologia diversi dal C14 si sono dimostrate del tutto inattendibili. Colate di lava del 1981 St. Helen soppno state datate con questi metodi come se risalissero a centinaia di migliaia di anni fa.
Non c'è nessuna prova che l'uomo si sia evoluto da esseri scimmieschi, non c'è nessuna prova di quanto ci inducono ad apprendere a scuola.