martedì 17 novembre 2020

Giulio Tarro: “A brevissimo lo Stivale si colorerà tutto di rosso."

 




L’amico, medico e virologo Giulio Tarro: “A brevissimo lo Stivale si colorerà tutto di rosso. La notizia del vaccino serve per farci accettare il lockdown, nella convinzione che a brevissimo saremo liberi.

Invece non arriverà nessun vaccino.

Almeno non prima dell’estate.

Il lockdown durerà fino a maggio.

Giusto il tempo di portare a termine l’operazione.




Una volta che l’intero sistema economico sarà collassato, la grande speculazione finanziaria passerà all’incasso e si porterà via tutto a prezzi stracciati.

Come da copione.

Pochi di noi rimarranno in piedi.

Il “Salviamo il Natale” è il nuovo “Durerà solo 15 giorni” di marzo.





Serve per far entrare il bestiame nel recinto (o meglio, nel mattatoio). Dal quale non uscirà più.

Il nostro sistema sanitario è di nuovo in ginocchio.

Non per il virus.

Per la nostra totale disorganizzazione (organizzata).




I complici nostrani di questo scempio epocale hanno fatto di tutto affinché la situazione si ripetesse.

Hanno fatto sparire LA CLOROCHINA.

Non hanno potenziato LA RETE DI MEDICINA TERRITORIALE per curare i pazienti a casa e abbattere il modello ospedale-centrico, totalmente fallimentare contro questo virus.


Non hanno ufficializzato, ancora oggi, un valido ed efficace PROTOCOLLO NAZIONALE DI TERAPIA DOMICILIARE, nonostante i farmaci che smorzano sul nascere le tempeste citochiniche (evitando che il paziente giunga in ospedale in condizioni critiche) siano disponibili da oltre sette mesi.




Il problema non è il virus.

Il problema è la nostra disorganizzazione (meticolosamente) organizzata.

Il resto l’ha fatto come al solito LA NOSTRA “INFORMAZIONE” che ha criminosamente contribuito a mettere in difficoltà il sistema sanitario generando una massa incontrollabile di persone terrorizzate che al primo starnuto ora, comprensibilmente, si riversano negli ospedali.





La paura è stata indotta, 

ingigantita e strumentalizzata.





Hanno scaricato la colpa sulla movida estiva o su qualunque cosa gli capitasse a tiro.

Invece di prendersela con chi (pur avendo tempo e strumenti) non è stato in grado di (non ha voluto) permettere che la gente vivesse la propria vita in piena libertà, senza il bisogno di alcuna restrizione.

I nostri medici, ancora una volta le vittime principali, oggi invocano il lockdown.




Si vedono arrivare di tutto, senza il filtro determinante (volutamente castrato) della medicina territoriale.

Se a marzo ciò si poteva comprendere, oggi va condannato e perseguito penalmente (a partire dai vertici del Ministero della Sanità).




La paura indotta e strumentalizzata ha fatto perdere la ragione a molti di noi.

Molti sono stati portati addirittura ad invocare le restrizioni.

Molti si indignano e denunciano se vedono per strada persone che compiono gesti quotidiani, naturali, umani.

Sembra di essere tornati ai tempi di Goebbels che indottrinò l’intero popolo tedesco.

Mentre le nostre forze dell’ordine non si oppongono per nulla.



Come i nazisti che a Norimberga dissero che avevano solo seguito degli ordini, che era il loro lavoro, che avevano rispettato delle regole, anche se assurde.

Tutto questo però non ci deve assolvere dalle nostre responsabilità.




Ci stanno portando via tutto.

Il tempo prima di tutto.

Poi la libertà, il lavoro, la dignità e le gioie della vita.

Se non reagiamo, in maniera pacifica ma con clamorosa partecipazione, la colpa più grande rimarrà la nostra.

Coraggio."