giovedì 6 dicembre 2018

L'uomo che rifiutò la Guerra

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Voi non ucciderete'.


Al Signor Herman Sneider, Comandante della guardia nazionale del distretto di Midelburg.

Signore,
Ho ricevuto, la settimana scorsa, l'ordine scritto di recarmi al palazzo civico per essere, secondo la legge, incorporato nella guardia nazionale. 

Come ha probabilmente notato, io non sono venuto, e lo scopo di questa lettera è farle conoscere, con tutta franchezza e senza vane parole, che io non ho intenzione di presentarmi alla commissione. So bene che assumo gravi responsabilità, so che può punirmi e che non mancherà di usare questo diritto, ma ciò non mi spaventa. 
I motivi che mi spingono a quest'atto di resistenza passiva sono abbastanza seri per controbilanciare, ai miei occhi, le mie responsabilità.

Riconosco che non sono cristiano, e tuttavia comprendo meglio della maggior parte dei cristiani il senso del comandamento che ho trascritto in testa a questa lettera, comandamento che s'armonizza così bene con la natura e lo spirito dell'uomo. 

Essendo ancora fanciullo, mi sono lasciato insegnare il mestiere militare, l'arte di uccidere: oggi rifiuto

Soprattutto non voglio uccidere per ordine, vale a dire commettere un omicidio senza alcun motivo personale senza alcuna specie di ragione, contro la mia propria coscienza. Può citarmi niente di più degradante per un essere umano che partecipare così all'assassinio o alla carneficina?


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Io non posso né uccidere, né vedere uccidere un animale, e per non uccidere gli animali, sono divenuto vegetariano. E così, potrebbe darmi l'ordine di sparare su uomini che non mi hanno mai fatto del male? 
Perché se si insegna ai soldati l'uso del fucile, questo non è, certo, io credo, per sparare sulle foglie o sui rami degli alberi.

Lei potrebbe dirmi forse, che la guardia nazionale deve pure, e innanzi tutto, contribuire al mantenimento dell'ordine pubblico.


Ebbene, signor Comandante, se l'ordine regnasse realmente nella nostra società, se l'organismo sociale fosse realmente sano, se, in altri termini, i rapporti sociali non presentassero così chiari abusi, se non fosse ammesso che mentre un uomo si abbandona a tutti i capricci del lusso, un altro è in preda a morire di fame, mi vedrebbe in prima fila tra i difensori di quest'ordine. 




Ma io rifiuto assolutamente di concorrere al mantenimento dello stato di cose attuale, di ciò che si chiama l'ordine stabilito. 
Perché, signor Comandante, gettarsi l'un l'altro polvere negli occhi?



Sappiamo benissimo entrambi che cosa significa la conservazione dell'ordine attuale: appoggio prestato ai ricchi contro i poveri lavoratori che cominciano a rendersi conto dei loro diritti. Non abbiamo visto la parte rappresentata dalla vostra guardia nazionale a Rotterdam, in occasione dell'ultimo sciopero? 

Senza alcuna ragione, questa guardia doveva montare ore intere per proteggere le fabbriche minacciate. Può supporre un solo istante che io concorrerò alla difesa di persone che, questa è la mia convinzione sincera, non fanno che mantenere la guerra fra il capitale e il lavoro, e che sparerò su operai che agiscono nello stretto limite dei loro diritti? 

No, lei non è cieco fino a questo punto. 
Perché dunque complicare le cose? Veramente io non posso permettere che si faccia di me una di quelle guardie nazionali inchiodate nella macina della disciplina che lei ama e che le è necessaria.

Viste tutte queste ragioni - e soprattutto perché io odio uccidere per ordine - rifiuto di entrare nella guardia nazionale, e la prego di non inviarmi né uniforme, né armi, perché io sono assolutamente deciso a non servirmene.


                             Firmato: J.K. Van der Veer