Un tempo, la parola "pensione" indicava una somma che qualche benefattore versava a un individuo, con cadenza annuale, come riconoscimento per un servizio reso alla comunità.
Anche i soldati ricevevano un vitalizio, ed è giusto; solo perché un soldato è troppo vecchio per essere utile al suo esercito, dovremmo disinteressarci di lui?
Non ho nulla contro il denaro gratis.
L'idea di essere pagati senza dover lavorare è molto allettante.
Però mi domando se i sistemi pensionistici gestito dallo Stato e dalle banche vanno davvero a beneficio delle persone che dovrebbero favorire.
Nel caso del governo sentiamo spesso parlare di "crisi delle pensioni" (ma mai di "crisi della difesa" o di "crisi provocata dai troppi impiegati statali".) Il che, ancora una volta, significa che colui il quale, in buona fede e stupidamente, si è illuso che lo Stato si sarebbe preso cura di lui con una consistente mensilità al momento della pensione, dovrà subire le conseguenze di un altro grossolano errore.
Nel caso delle pensioni private, c'è sempre il rischio che arrivi un affarista senza scrupoli a rubarvi i risparmi.
(...) le montagne di soldi generate dai fondi pensione provengono dai versamenti mensili della povera gente, e poi si spostano qua e là per i mercati mondiali, da una multinazionale farmaceutica a una grande banca, passando per le mani di trafficanti d'armi e altre macchine sfornasoldi di dubbia eticità.
Voi non avete idea della fine che fanno i vostri piccoli, sudati risparmi.
Molto meglio, allora, ignorare le promesse vane dello Stato e dei banchieri, e provvedere da soli a noi stessi. O meglio ancora, organizzare la nostra vita in modo da non aver voglia di andare in pensione.
L'industria delle pensioni da di tutto per instillare in noi poveri consumatori la paura del futuro. Intrappolati su una banchina ferroviaria o su un autobus, siamo martellati dai loro messaggi ansiogeni.
Ma certo, è facile vendere prodotti sulla base di eventi non ancora accaduti, perché si ha a disposizione un territorio vergine in cui seminare ogni genere di paura.
Il futuro può essere modellato a piacimento dagli agenti pubblicitari.
La semplice realtà dei fatti è che potreste morire domani in un incidente d'auto e tutti i vostri piani pensionistici, i vostri pazienti risparmi, andrebbero persi!
Allora l'unica cosa responsabile da fare è gridare:
"Al diavolo la pensione!"
Ecco che di nuovo lo Stato interviene a risolvere i problemi che lui stesso ha creato.

E comunque, cosa c'entra il governo con l'età pensionabile?
La mia decisione di andare o meno in pensione dovrebbe essere una faccenda privata fra noi e il nostro datore di lavoro, o, ancora meglio, una decisione interamente nostra.
La pensione è diventata qualcosa per cui lavoriamo, anziché qualcosa che ci spetta dopo aver lavorato.
Le pensioni sono fatte di promesse vuote.
Sono qualcosa di demoniaco.
E' tempo di cambiare le cose.
Elevatevi al di sopra dei manager senza scrupoli!
No, non sottoscriverò un fondo pensionistico.
I soldi che guadagno vorrei tenerli ben stretti.
Io appartengo alla scuola di pensiero del "mangia, bevi e sii felice, perché domani potresti essere morto."
Credere nelle pensioni ci imprigiona in una sorta di schiavitù.
Se non credi nelle pensioni vuol dire che credi in te stesso e ti prendi cura di te. E QUESTO TI RENDE LIBERO.
Dire no alle pensioni significa iniziare ad amare noi stessi.
Significa mandare a qual paese i finanzieri con la lingua lunga.
Tom Hodgkinson, tratto dal libro "la Libertà come stile di vita"